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Quando la storia gira ma non va

Da Marcofre

Come posso giustificare un titolo tanto strambo? Vediamo un po’…

Si lavora a una storia senza troppe difficoltà. Si procede con un certo ordine, già il grosso è stato scritto, il finale ce lo abbiamo in testa. Premono altri personaggi, ci sarà tutto il tempo dopo per rileggere, riscrivere, rivedere quanto abbiamo prodotto.
Però c’è la sensazione che qualcosa non giri per il verso giusto.

Non si tratta del blocco dello scrittore, niente di tutto questo. Però a un certo punto hai la sensazione che lui (il racconto), se ne stia lì a guardarti con un paio d’occhi grandi, con un soffio di vita appena dentro, e ti dica: “Ma davvero tu vuoi questo?”.
E ti suggerisce pure la risposta: “NO”.

Che cosa è successo? È come se da qualche parte si fosse strappata una cinghia: il motore gira ma non trasmette alcun movimento alle altre parti meccaniche.
In un caso del genere come agire?

Di solito inizi a lambiccarti il cervello, poi vai a dormire (sai che sarà per poco), e infine grazie a una zanzara che ti sveglia, capisci tutto.

Il racconto parte come sempre da un’immagine, e senza avere idea di come proseguire, quale sarà il finale, entrano a far parte della storia piccoli elementi. Nulla di eccezionale: possono essere osservazioni, gesti, eventi da poco. L’errore nasce quando per i motivi più diversi non si presta la dovuta attenzione a essi, e si imbocca un’altra strada.

Il risultato è un racconto né carne né pesce, che appunto gira ma non va da nessuna parte. Produce un mucchio di parole, e basta. Rammenti? Stai provando a fare narrativa, il che vuol dire che non devi stordire il lettore a forza di dialoghi, e pagine e pagine di nulla.

Valore

Efficacia

Interesse.

Sono questi i cardini di tutto. Se ne farai a meno sulla tua strada non incontrerai mai forme di vita intelligenti. Diventerai il beniamino di quelle più elementari, magari sarai contento anche così: però a me non pare un buon affare.

Si ricorre allora all’ascia, si taglia tutto quello che si è scritto (tre, quattro pagine), e si riparte dagli elementi che avevamo trascurato per altro. Che ci si creda o no, adesso tutto corre meglio, è più incisivo, dimostra una buona agilità. Non è detto che sia davvero un racconto che smuove le coscienze di milioni di persone; però va.


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