29 OTTOBRE – Femminilità e seduzione. Sensualità ed eleganza. Attrattiva e trasgressione. E’ la donna, da sempre emblema per antonomasia della Bellezza in senso lato, dalla letteratura più antica alla realtà a noi più contemporanea. Oggi però siamo ben lontani dalla contemplazione estatica della donna angelica stilnovista. Il rapporto tra l’uomo e la donna si è enormemente evoluto e questo ovviamente comporta diversi comportamenti che si manifestano nel quotidiano. Dalla liberalizzazione sessuale del Sessantotto ai giorni nostri, il modo di pensare dei giovani ed il loro stile di vita è cambiato. I rapporti sessuali sono diventati molto più facili e veloci, talvolta per semplice soddisfacimento fisico. Non che questo non sia mai esistito in tempi passati, ma oggi ogni qual volta guardiamo il Telegiornale e leggiamo un quotidiano, quasi ogni giorno circolano informazioni inerenti molestie sessuali e violenze fisiche verso le donne, che nella maggior parte dei casi si concludono con omicidi. In Italia si denunciano in media 4.800 violenze sessuali l’anno, secondo quanto registrato dall’ISTAT, ovvero circa una donna vittima su tre, e nell’arco di un decennio i casi si sono raddoppiati. Si pensi per esempio allo stupro di Pizzoli, a quello di Albiate, allo stupro di una tredicenne a Porta Romana, allo stupro sul treno Milano-Lodi. Questi sono solo alcuni dei casi di abusi sessuali verificatisi nell’ultimo anno nel nostro Paese. E’ scandaloso che in una società evoluta come quella attuale una ragazzina debba guardarsi le spalle rientrando a casa da scuola, che una donna non possa prendere serenamente un treno regionale per una breve tratta, che non possa uscire dalla discoteca se non accompagnata da almeno un ragazzo che non sia il suo fidanzato o un suo amico fidato.
Il caso delle discoteche poi vale un discorso molto più complesso. Qui infatti molto spesso gli abusi sessuali avvengono a seguito di somministrazione di droghe nella totale insaputa delle ragazze vittime. Si tratta delle cosiddette “pillole dello stupro”, piccolissime, più o meno delle dimensioni di una pillola anticoncezionale, velocemente solubili: in un solo secondo un malintenzionato ne può mettere una nel bicchiere alla sua vittima, in pochi secondi la pastiglia si scioglie, in pochi minuti la ragazza beve il suo drink, e delle ore successive, lei il giorno dopo non si ricorderà assolutamente niente! Ed è scandaloso anche che in alcuni casi di emergenza le forze dell’ordine impieghino troppo tempo per intervenire. Mantenendo l’anonimato di una ragazza, ecco un racconto in prima persona di un caso di pedinamento notturno, fortunatamente finito bene:
“Quella notte, nella strada verso casa, poco distante dal locale, a soli dieci minuti a piedi, io e la mia amica indossavamo jeans e scarpe da ginnastica, finché anche in quella tenuta semplice ci siamo accorte di essere seguite da quattro ragazzi. Per farci superare abbiamo finto di essere arrivate a casa fermandoci al portone di un palazzo. Questi però ci hanno accerchiate e hanno iniziato a molestarci verbalmente. La mia amica, con una calma apparente, è riuscita a telefonare ad un nostro amico che avevamo appena salutato, indicandogli esattamente la via e il punto esatto in cui ci trovavamo. E’ arrivato in cinque minuti, durante i quali lui aveva già telefonato i Carabinieri, ma quei pochi minuti sono stati infiniti. Il gruppo di ragazzi, senza dubbio ubriachi e forse non solo, ci hanno sbattute al muro. Ed ecco che il ragazzo che conoscevamo, arrivando a loro insaputa da dietro, li ha presi di soprassalto ed è scoppiata una rissa, alla quale si sono uniti per aiutarci dei passanti che si sono accorti della situazione. Il panico è durato cinquanta minuti, durante i quali le telefonate alle forze dell’ordine si sono dovute quadruplicare per incalzare il loro arrivo!”
La ragazza racconta di non aver avuto neanche la forza di parlare una volta giunti i Carabinieri sul posto, tremava ed era scioccata, sebbene appunto quei ragazzi non le avessero fatto niente. Spesso, quando si sentono racconti simili, purtroppo alcune persone ragionano ancora rispondendo “Se l’è cercata!” o “Poteva urlare!”. Questo perché siamo in una società ancora profondamente maschilista, nonostante le donne si illudano di essere tanto emancipate. Soprattutto la testimonianza della perdita di forza vocale ci ha indotto ad intervistare un esperto di legittima difesa. Abbiamo chiesto al Professor Alberto Agosta, Maestro di Karate a Bologna, come si possano prevenire certe situazioni:

Non bisogna pensare che certe esperienze ci vengano raccontate solo da altri, perché sono storie vere che potrebbero succedere ad ognuno di noi. Per questo non bisogna mai dare niente per scontato, in qualsiasi circostanza. Mai abbassare la guardia, ahimè, specialmente se si è donne!
Gloria Girometti






