Travisare favole per raccontare vizi e virtù
Dopo cinque anni torna dietro la macchina da presa Agnès Jaoui, con un film dallo schema favolistico e dalla costruzione narrativa leggera, che non si affida al caso e al destino, ma alla quotidianità.
La commedia francese, ormai da anni, batte quella nostrana su tutta la linea. E Quando meno te lo aspetti non fa eccezione. Sarà per quella raffinata capacità di narrare rapporti umani reali e di costruire abilmente caratteri compiuti e mai fini a se stessi. Oppure probabilmente è per quella capacità di non cercare la risata bassa, esibendo doppi sensi e volgarità, ma ricercando quella intelligente, sfruttando al meglio gli strumenti linguistici a propria disposizione e avvalendosi di perfette prove attorali. Jaoui sa scrivere e questo è indubbio, perché Quando meno te lo aspetti (favola contemporanea dalla struttura classica) appassiona e coinvolge. Interessante è la destrutturazione compiuta su alcune caratteristiche peculiari del genere letterario (la mitizzazione del principe azzurro e il lieto fine, accompagnato da un verosimile “ma”), che permette alla regista di lavorare su alcuni argomenti nascosti sotto-traccia, ma che si fanno visibili progressivamente. Pur con la volontà di destrutturare, alcuni caratteri peculiari della favolistica classica restano stabili. Difatti si notano la principessa (declinata in vari aspetti), il principe, l’anti-Geppetto, la madrina, il re, la matrigna e il lupo; tutti compiutamente riadattati a una dimensione contemporanea. Personaggi filtrati dallo sguardo metaforico della regista; idealizzazioni di vizi e virtù.
Vera protagonista è Laure (principessa dal “sangue imprenditoriale blu”), in costante ricerca del principe azzurro. E non è un caso che la pellicola si apra in una dimensione onirica, nella quale Laure, perduta nella foresta, viene attirata da una figura in chiaroscuro che la cinge a se e la fa volteggiare in aria. E non è nemmeno il destino a guidare lo sguardo di Laure verso il giovane Sandro (il suo principe azzurro) a una festa, curiosamente chiamata il Ballo dei Principi, nella quale la regista travisa la favola di Cenerentola (quando è lui a perdere il mocassino). Ma la vita non è una favola. Difatti Sandro (balbuziente, perdente in amore, ma vincente nella musica) è destinato a essere lasciato da Laure a causa di una sua passeggera fascinazione nei confronti del critico musicale Maxime: un principe azzurro contemporaneo, poligamo e di conseguenza fedifrago. Tuttavia in Quando meno te lo aspetti osserviamo un’altra storia, che prosegue parallelamente e nella quale Pierre, padre di Sandro, dopo aver seppellito il padre rimane ossessionato dalla data della sua morte predetta da una veggente anni addietro. Idiosincrasie che lo porteranno a diventare un uomo accidioso, ma che gli permetteranno di effettuare un bilancio della propria vita, che si concluderà con un abbraccio consolatorio con il figlio davanti a un bicchierino di vodka. Ad orchestrare il tutto c’è Marianne (interpretata dalla stessa Jadoui), attrice mancata (o priva di talento) e maestra d’asilo, confessore e vero trait d’union delle due vicende. Travestita sempre da fatina, Marianne consola e consiglia.
Pellicola medio-borghese dai distintivi tratti sarcastici, Quando meno te lo aspetti esibisce rapporti umani verosimili, tessuti da una ammirabile dialettica. Difatti a una brillante narrazione unisce un invidiabile e fluido movimento di macchina, contraddistinto da numerosi zoom e piani americani, quasi a voler rinchiudere nel quadro cinematografico situazioni e relazioni per straniarle dal contesto. Quando meno te lo aspetti, commedia leggera, raffinata e spensierata, chiude su uno schermo nero attraversato da una scritta in corsivo medievale che recita: “e tutti vissero felici e contenti…tradendosi di tanto in tanto”. Perché la vita è così. Varia e imprevedibile. Fortunatamente.
Uscita al cinema: 6 giugno 2013
Voto: ***1/2