Nella notte ...
Potrei rincorrere tutta la notte le parole che sto scrivendo, portarle da qualche tipo di eremita solitario e chiedergli di soffiarle su ogni pianta della sua montagna, rotolando arriverebbero nei fiumi della mia stanza quadrata e fredda, ma sempre spettinata. Potrei non scriverti niente, sapresti già cosa vorrei dire, anche solo sfiorandomi un’unghia con la tua mano distratta oppure sorridendo col rossetto, che ti dipinge le labbra lentamente, ogni volta che vuoi. Potrei scalare la luna sbriciolandola con le mie scarpe, soffiare dentro tutti gli alberi come se fossero un esercito di flauti da combattimento. Potrei restar fermo in mezzo a un’autostrada a chiedermi quando tornerai e a che ora e come, se oggi, se ieri, se tornerai e non mi avviserai. Come potrei non chiederti di poterti pensare quando voglio? E abbraccio le luci sotto casa, crisalidi come lucciole di aprile.
Potrei suicidarmi con un foglio di carta, potrei viaggiare nei deserti sconosciuti di tutti gli uomini, potrei respirare per annegare con la pioggia che mi sovrasta e guardare il nero del cielo da dentro la macchina dei miei amici. Ma non potrei allontanarmi dalla tua voce che illumina tutto, i grattacieli le pozzanghere il cemento che ci comanda le mie sere strafatte di malincoeroina. La tua voce che è il mare calmo, che quando canto è perchè sono felice. Perchè sei tu la tua voce. E lei che ti strappa i sorrisi col rossetto. Non spegnerla mai, neanche quando non hai parole da offrirmi. Sii la tua voce dovunque, e io tornerò a cantare.
* immagine tratta dal web