Magazine Diario personale

Quando sono nato

Da Chiagia

Quando sono nato non me l’aspettavo che le cose sarebbero andate così.
Intanto pensavo di essere una femmina, non è che quando sei lì dentro, da solo, hai la coscienza della differenza.
Poi mi hanno chiamato Gianluca e io, nella mia ignoranza, pensavo che i nomi con la a finale fossero da femmina.
Per fortuna mi hanno messo della roba azzurra addosso e lì era chiaro: o ero un tifoso del Napoli – ma non mi sembrava – o ero un maschio.
Comunque non lo sapevo cosa mi aspettava.
Ho visto che avevo due genitori giovani e volenterosi, nessun fratello al momento.
Sarebbe arrivato molto tempo dopo, otto anni addirittura, e un giorno avrebbe votato Berlusconi. Ma io mica lo sapevo allora.
Non sapevo nemmeno che tipo di ragazzo sarei stato. Magari mi immaginavo come uno di quelli che scalano le montagne, scappano di casa o inventano la Apple.
E nemmeno che tipo di uomo sarei stato. Magari mi immaginavo un grande manager o banchiere o professore, e a un certo punto avrei potuto davvero diventarlo.
Ma alla fine non sono venuto così, nè scalatore nè banchiere. Pazienza.
Quando sono nato non sapevo che di lì a un po’, a un grosso po’, avrei incontrato la donna della mia vita e dopo un altro lungo po’ sarebbe venuto il mio bambino preferito.
E già quello basta a non rimpiangere nulla di quello che poteva essere, e non è stato.



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