L’abitudine ci fa spesso confondere la Repubblica Céka con la Cecoslovacchia, nazionale di cui indubbiamente gli antenati di Čech facevano parte, ma che condividevano con quelli di Vittek e Hamšik. Se poi all’abitudine affianchiamo memoria ed emozioni ecco chediventa facile in due eventi distanti sedici anni cercare le analogie dimenticandosi del contorno. Parliamo di Italia-Cecoslovacchia, terza partita del gruppo A di Italia ’90, e di Italia-Repubblica Céka, terza partita del gruppo E ai mondiali tedeschi del 2006.
La seconda è la partita della zuccata di Materazzi, appena entrato per l’infortunio di Nesta. All’Italia di Lippi serve la vittoria per il primo posto e basta il pareggio per qualificarsi come seconda nel girone, mentre la Repubblica Céka deve vincere per rimanere in corsa. Così Nedved e soci cominciano di gran carriera, ma Buffon non si fa sorprendere. Poi Nesta si fa male e sembra la fine di tutto, ed invece è solo l’inizio. Angolo di Totti, testa di Materazzi e si materializza l’1-0. La partita rimane bella, le occasioni fioccano da entrambe le parti, ma se ha segnato Materazzi non si può certo perdere, è un segno del destino. Così nella ripresa Inzaghi sul filo del fuorigioco raddoppia e chiude il conto.
Le analogie dunque ci sono davvero. Due grandi vittorie italiane per 2-0, una notte e un pomeriggio magico in cui i tifosi azzurri hanno capito che poteva essere l’anno buono. E qui cominciano i problemi, perché solo nel 2006 poi quella sensazione si è concretizzata. Sarà perché nel corso del mondiale del 1990 la perla di Roberto Baggio contro i cecoslovacchi era purtroppo irripetibile, mentre la sua redditizia zuccata Materazzi l’ha servita nuovamente in finale contro la Francia in un momento ancor più opportuno?
federico