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Quando “viaggiare da soli” diventa “viaggiare insieme”

Creato il 12 febbraio 2015 da Elisa Pasqualetto @LizAu87

viaggiare insiemeSe un anno fa smettevo di viaggiare in coppia per iniziare il mio primo viaggio da sola, adesso mi ritrovo a pensare, di nuovo, alla possibilità di spostarmi nuovamente dal “viaggiare da soli” al “viaggiare insieme” con qualcuno. Durante questo anno mi sono abituata a viaggiare in autonomia, se avevo voglia di prendere un aereo il giorno dopo lo facevo, se volevo dedicare un’intera giornata alla ricerca dei luoghi in cui Henry Miller aveva speso alcuni anni della sua vita a Parigi, potevo farlo senza dovermi confrontare con qualcuno al quale dei miei interessi strampalati non gliene frega niente.

 

SCENDERE A COMPROMESSI

Quando viaggiare da soli diventa viaggiare insieme bisogna inevitabilmente scendere a compromessi. Non è detto che gli interessi siano comuni, (se lo sono, beh, che culo), quindi non si può pensare di programmare tutto per filo e per segno secondo i propri gusti, ignorando quelli dell’altro. Io, per esempio, mi faccio prendere un po’ la mano, fantastico per giorni su ciò che vorrei vedere, cosa no, le cose che vorrei fare, dimenticandomi che non sto per viaggiare per i cavoli miei, ma che qualcuno ha scelto di viaggiare insieme a me e solo per questo dovrei dargli l’importanza che merita.

CONDIVIDERE IDEE E PASSIONI

Parlare è fondamentale in qualsiasi rapporto, sia esso di amicizia che d’amore, e tra futuri compagni di viaggio, direi che è più che necessario, altrimenti si rischiano attriti facilmente evitabili. Non bisogna avere per forza gli stessi interessi e le stesse passioni, ma conoscersi e confrontarsi è un modo per cercare di venirsi in contro e, perché no, ampliare le proprie vedute e conoscenze. Nelle proposte dell’altro è probabile che ci siano cose da voi neanche considerate, un museo da vedere, un itinerario poco conosciuto oppure semplicemente un’alternativa al vostro modo di viaggiare, che non significa lasciare la strada vecchia per la nuova, ma arricchirsi di nuovi spunti.

Per approfondire: Come scegliere il perfetto compagno di viaggio

ASPETTARSI

Se siete veneziani come me il problema è duplice, perchè com’è risaputo, il nostro passo non è esattamente dei più lenti, d’altronde siamo abituati a muoverci a piedi praticamente sempre! Scherzi a parte, oltre al fatto che lasciare indietro nel tragitto il proprio compagno di viaggio non è carino, bisogna sapersi aspettare anche in senso figurato. Mi spiego. Le esperienze di viaggio dei due individui possono non essere le stesse, c’è chi magari è al suo primo viaggio in aereo, il check in online non l’ha mai fatto, non ha mai preso una metro (e magari ha le stesse fobie della sottoscritta o ha vissuto le stesse disavventure), magari ha un senso dell’orientamento pari a zero, per cui farlo girare una volta su sé stesso potrebbe portarlo a non riconoscere più la strada dell’hotel o dell’appartamento dal quale siete appena usciti. Insomma, ci vuole un pochettino di pazienza.

Condivere un viaggio è una delle cose più belle, diversa sicuramente dall’esperienza del viaggio in solitaria, ma come diceva Christopher McCandless, aka Alexander Supertramp:


La felicità è reale solo se condivisa
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