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Quanti ci guadagnano se Falcao passa al Monaco?

Creato il 13 maggio 2013 da Mbrignolo
Radamel Falcao (Foto: Steindy/Wikipedia)

Radamel Falcao (Foto: Steindy/Wikipedia)

INCHIESTE (Milano). Radamel Falcao è uno dei dieci, forse cinque, giocatori più forti e più determinanti dell’attuale calcio europeo. Le ultime sirene del calciomercato lo danno in partenza verso il Principato di Monaco a rispondere alla chiamata, 60 milioni di euro all’Atletico Madrid si dice, del magnate Dmitry Rybolovlev che, conquistata pochi giorni fa la promozione in Ligue 1, sembra intenzionato a fare sul serio. All’età di 27 anni, Falcao, nonostante sia l’unico giocatore ad avere vinto l’Europa League per due anni consecutivi in due squadre, non è mai andato oltre un piccolo aperitivo di Champions League, 8 partite con 4 reti nella prima stagione al Porto, l’unico grande palcoscenico che ha a disposizione per la sua consacrazione definitiva come grande del calcio vista la relativa forza della sua nazionale, la Colombia.

Ma per capire i movimenti di Falcao è necessario fare un passo indietro e inserire nel quadro i tanti, decisamente troppi, interessi economici che gli girano intorno. Si deve partire dal 2009 quando il colombiano, che militava nel River Plate, fu acquistato dal Porto. Come si evince dai bilanci della società lusitana il valore totale dell’acquisto fu di poco meno di 4 milioni di euro, 3,93, il 40% dei quali pagati ad una terza parte che deteneva quella quota del giocatore, la Natland Financieringsmaatschappij, finanziaria olandese posseduta, dagli ultmi dati in possesso della redazione di CalcioLab, Morelos Investments, società con sede nella caraibica Curacao. La suddetta finanziaria olandese compare nei registri amministrata da Mr. Frans De Boef, lo stesso amministratore della Orel B.V, altra società olandese, che incrociò la sua strada con la Roma quando, sempre trattando di un giocatore di provenienza River Plate, Erik Lamela, la società giallorossa si trovò a dover pagare 3.2 milioni ed a rilasciare un impegno per il 10% del valore aggiunto nel caso il giocatore fosse stato riceduto per una quotazione superiore ai 12 milioni di euro. Come hanno evidenziato in passato Business Week e muyfutbol, la scelta olandese non è casuale: paese dell’Unione Europea rientra negli accordi sulla libera circolazione dei capitali, ha accordi contro la doppia imposizione anche con molti paradisi fiscali ed ha un trattamento fiscale di favore per i diritti d’immagine e le opere dell’ingegno.
Acquisito l’intero diritto alla prestazione di Radamel Falcao, il Porto rivende il 5% alla Natland Finance e, attenzione alle date, il 12 luglio 2011 prolunga fino al 2015 il suo contratto e fissa la clausola di rescissione in 45 milioni di Euro. A beneficiarne sono gli agenti del giocatore che incassano (sempre come riportato dai bilanci) 6 milioni 585 mila Euro. Il 18 agosto, 36 giorni dopo, il Porto accetta la proposta di trasferimento dell’Atletico Madrid per un controvalore di 40 milioni di Euro. E’ ancora una volta il bilancio della società portoghese a svelare la divisione della torta: 3 milioni e 700 mila Euro vanno a due società di intermediazione la Gestifute e la Orel B.V. (sì, la stessa di Lamela), un milione e 800 mila vanno alla Natland Finance.

Ora apparentemente, a parte gli interessi di procuratori e agenti, secondo Transfermarkt.com Falcao è gestito dalla Gestifute, il centravanti colombiano sembrerebbe di proprietà completa dell’Atletico Madrid. Ma, in questa storia c’è sempre un ma, sei mesi fa l’amministratore delegato della squadra di Madrid ha risposto via email a Business Week che il valore di Falca è stato utilizzato come garanzia per un prestito ricevuto da un fondo di investimento.

Quanti interessi girano quindi intorno ad un trasferimento che calcisticamente ha poco senso?


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