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Quanto è originale uno scrittore?

Da Marcofre

l'originalità dello scrittore

Da un po’ di tempo leggo “Diario del seduttore” di Soren A. Kierkegaard. Non è una lettura che consiglio perché è impegnativa; io lo faccio proprio per questo motivo, e mi rendo conto che molti scapperebbero a gambe levate dopo le prime 3 pagine. Il danese, a mio parere, è un ottimo pensatore ma difetta nella narrazione.

Però non è di questo che desidero parlare.
A un certo punto ho trovato questo:

(…) desidero in ogni caso che si senta attratta come uno spirito che graviti verso un altro spirito, non come un corpo morto che cade.

In quel “come un corpo morto che cade” c’era qualcosa di familiare:

E caddi come corpo morto cade.

Il canto V dell’Inferno del buon Dante Alighieri.

Quindi Kierkegaard conosceva direttamente il Grande Italiano? Lui, protestante, aveva letto l’opera di un cattolico? O questa frase gli era arrivata chissà come, attraverso chissà quali letture? Difficile dirlo.

Ma Dante da secoli è una lettura obbligata, quindi probabilmente Kierkegaard lo aveva letto (almeno qualcosa).

Di sicuro questo rappresenta l’ennesima prova di quanto uno scrittore non debba essere originale: vale a dire disegnare da capo la ruota.

Ma deve essere bravo, quello sì.

Quando si tira fuori l’argomento dell’originalità per stroncare o criticare un’opera, o si conosce poco la letteratura, oppure si cerca di screditare l’autore e la sua storia.

La tragedia “Romeo e Giulietta” era una novella italiana che Shakespeare rielaborò per il teatro. Adesso realizzerebbe un film, magari di produzione indipendente, in quel di Hollywood. Non era niente di originale, dunque.

Spostare l’attenzione su aspetti secondari, vuol dire non (voler) riconoscere quelli principali.

La qualità dello scritto, la capacità di chi scrive, la sua voce e autorevolezza. Il modo unico che costui o costei ha di vedere un mondo e di renderlo carne e sangue, grazie alla pagina.

Questi sono gli unici metri di giudizio da usare.

Io non sono affatto originale. I miei racconti, e pure quelli che sto rivedendo per una prossima pubblicazione digitale, non ti faranno cadere dalla sedia per l’originalità. Ci troverai uomini e donne. In difficoltà, certo; ma se vuoi qualcosa che ti rilassi, c’è la pubblicità. Non saprei scrivere nient’altro, non credo di riuscire a fare altro che a celebrare le erbacce; perché quello siamo.

L’originalità è nel tuo occhio, nei tuoi sensi: sai osservare? Perché guardare lo fanno tutti: scimmie, gechi e ippopotami.


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