Arancione-Halloween: la prima delle nostre ricette siciliane per ricordare questa ricorrenza di cui stiamo un pò smarrendo le origini. Un lungo weekend, il tempo per pensare, per ricordare, per stare in famiglia e riflettere su chi siamo, dove andiamo, cosa vogliamo.
Rallentare significa anche questo: prendersi del tempo interiore, per riposare il cuore ma anche l'anima.
La mia bimba ha appena due anni, ed abbiamo cominciato a parlare della Morte: non di certo con questo nome, ma il lungo ponte di questi giorni mi ha aiutato a parlare con lei di cosa è "vacanza" (in questo caso, per noi, vacanza dalla scuola). Di conseguenza, anche del perché, in questi giorni, si fa vacanza (per lei è il primo anno di consapevolezza su molte cose).
Che si voglia dare a questa ricorrenza un senso religioso oppure no, in questi giorni noi ci fermiamo a pensare a quelle persone che abbiamo amato e che ora non sono più con noi.
Faccio fatica a creare il rituale di caccia al tesoro che qui in sicilia si usa per fare avere ai bimbi i dolcetti portati dai morti.
Ne ho approfittato, invece, per parlare (per sommi ma proprio sommi capi!) del fatto che alcuni dei nostri cari sono volati in cielo. Ho legato questa storia (che a due anni è come una favola: infatti lei mi dice "mamma, me la racconti?") all'idea di autunno: tutto nasce tutto muore, le stagioni iniziano e finiscono, c'è un tempo per fiorire ed uno per vedere cadere le foglie.
Tenere lontana l'idea della morte, del dolore, della caducità delle cose, della nostra umana e normale mortalità dai nostri discorsi coi bambini, sottende la nostra profonda incapacità di stare con gli aspetti più spiacevoli dell'esistenza. Illusoriamente li allontaniamo come se volgendo lo sguardo altrove potessimo far finta che non esistono, col risultato che, quando arrivano, ci colgono assolutamente impreparati.
Eppure queste cose fanno parte della vita: non esiste gioia senza dolore, e ciascuna rappresenta l'altro lato della medaglia rispetto all'altra.
Allora noi, in questi giorni, integriamo: integriamo gli aspetti dell'esistenza, parliamo di inizio e di fine, parliamo di commemorazione dei defunti (non "festa"!) e di Halloween. Festa d'oltreoceano, ma dai significati a noi molto vicini, se solo facciamo in modo che non sia solo una delle tante feste "commerciali" fatte per spendere soldi e non lasciare traccia.
Perché se per un weekend facciamo in modo che i morti camminino per le strade, e il brutto diventi maschera, gioco, divertimento, allora fa meno paura. E tutti, grandi e piccoli, lo esorcizziamo e gli diamo un posto nella nostra quotidianità.
In tutto questo, ovviamente, stiamo in cucina, e celebriamo questo momento dell'anno con le sue tradizioni e le sue ricette.
I quaresimali sono dei biscotti siciliani che in molte zone vengono praparati durante la quaresima: essendo privi di grassi e molto "sobri", sono dolcetti consentiti dal digiuno previsto dalla religione cristiana in questo periodo, da cui prendono il nome.
Sono "brutti ma buoni": sono preparati senza particolari accorgimenti estetici.
Questi dolci vengono per questo preparati anche nel periodo dei morti, ovvero per la commemorazione dei defunti: è credenza popolare, infatti, che i propri defunti portino in dono ai bambini dolcetti e giochi (un tempo semplici, oggi sempre più consumistici).
La semplicità di questi biscotti fa sì che fossero un dolce povero, accessibile a tutti. Il loro essere molto (ma molto!) croccanti, invece, richiama il rumore delle ossa che si rompono, come molti dei dolcetti-biscotti siciliani di questo periodo (tipiche, infatti, le ossa di morto).
La ricetta è tratta da qui, ed il sapore richiama molto i cantucci toscani: sono perfetti, infatti, inzuppati in un vino liquoroso (tipo vinsanto) che da noi è tipicamente il passito, il marsala o la malvasia. Io li amo col vermut.
- farina 00, 250g
- mandorle sgusciate, 125g
- zucchero, 150g
- uova, 2 piccole
- ammoniaca per dolci, 10g
- sale, q.b.
- scorza grattugiata di limone
- burro o strutto, 75g
- latte, q.b. (sostituito con liquore amaretto)
Disponete la farina a fontana sul piano da lavoro, fate un buco al centro e mettetevi la scorza grattugiata del limone, lo zucchero, l'ammoniaca, il burro a dadini fatto ammorbidire e le mandorle intere.
Impastate amalgamando bene gli ingredienti , aggiungete il liquore (o il latte) poco alla volta quel tanto che basta per ottenere un impasto morbido e sodo simile all'impasto del pane.
Dividete l'impasto in rotoli larghi 3-4 centimetri e lunghi 15-20 centimetri, schiacciateli leggermente dando la forma simile ad un filone di pane.
Adagiate i filoni ottenuti in una teglia rivestita di carta da forno e lasciateli lievitare per 30 minuti coperti da uno strofinaccio asciutto e pulito.
Infornate, quindi, la preparazione, a 200°C , per 15 minuti.
Trascorso il tempo indicato, estraete la teglia e lasciate raffreddare.
Tagliatelo a fette di circa 1 centimetro di spessore.
Scaldate il forno a 150°C e cuocete di nuovo i quaresimali per 15-20 minuti, rigirandoli, fino a quando non saranno ben dorati.