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Quartiere in festa! Santa Rita, la Santa degli Impossibili

Creato il 24 maggio 2015 da Retrò Online Magazine @retr_online

Una parte della città di Torino in questi giorni è in festa, nel quartiere di Santa Rita da Cascia, la “santa degli impossibili”, ci sono bancarelle e i famosi venditori ambulanti armati di rose.

Questi ultimi hanno una valenza speciale, poiché la rosa oggi non è solo un bel regalo da fare durante la passeggiata domenicale, ma ha anche un suo significato particolare. Questo fiore è il simbolo per eccellenza di Santa Rita,. Paragonata al famoso fiore la Santa ha saputo rinascere e fiorire nonostante le spine.

Santa Rita nasce nel 1381 a Roccaporena in provincia di Perugia, un paesino umbro di appena 73 residenti secondo i dati raccolti nell’ultimo censimento Istat del 2001. All’epoca la Santa si chiamava Margherita Lotti, figlia di Antonio e Amata Lotti. Trascorse la giovinezza nei campi aiutando i genitori nell’attività agricola. Fu proprio nei terreni di loro proprietà che avvenne il primo miracolo attribuito a Santa Rita, che, ancora bambina, era stata messa nella sua cesta all’ombra di un albero mentre i genitori si occupavano della mietitura.

Un contadino che lavorava nei dintroni si ferì la mano con la lunga falce e andò in cerca di soccorso. Quando vide la piccola ancora in fasce sotto l’albero si avvicinò incuriosito. Uno sciame d’api si era raccolto tutt’intorno alla piccola. Preoccupato il contadino non badò alla sua ferita e cercò di scacciare gli insetti per proteggere la neonata. Ma, con sua grande sorpresa, notò che le api depositavano miele nella bocca di Santa Rita, per niente intimorita dalla loro presenza, e la mano ferita del contadinò guarì in quel momento.

Questo fu il primo miracolo di Santa Rita, la quale crescendo dovette affrontare numerose prove di fede. Nei primi anni dell’adolescenza i genitori la diedero in sposa ad un uomo rissoso e burbero, Paolo Ferdinando Mancini, un ragazzo di circa 20 anni, mentre la giovane promessa ne aveva ancora 13. Da questo matrimonio nacquero Giangiacomo e Paolo Maria, che, all’età di quindici anni, dopo l’assassinio del padre, giurarono vendetta ai malfattori. La giovane madre tentò con ogni mezzo di insegnare il sentimento del perdono ai due giovani, ma i due gemelli, accecati dall’odio e dal sentimento di vendetta per il padre prematuramente scomparso, non le diedero ascolto. Fu allora che Rita offrì in preghiera la vita dei suoi figli al Signore per impedirgli di macchiarsi indelebilmente del peccato dell’omicidio, ed entrambi perirono ad un anno di distanza dalla morte del padre.

Rimasta sola, la donna, poco più che 30enne, decise di seguire la sua vocazione e andò al Monastero di Santa Maria Maddalena, dove non venne accettata in quanto moglie di un uomo assassinato. La leggenda narra che vennero in suo soccorso San Giovanni, Sant’Agostino e San Nicola di Tolentino, i quali la librarono in aria e la condussero al convento, dove venne finalmente accettata e dove rimase per oltre 40 anni, e, finalmente libera, si immerse nella preghiera. Ma le sofferenze per la paziente e fedele donna non erano finite. Nel 1432 fu vittima del “miracolo della spina”. Turbata dalla storia della cruenta crocifissione di Gesù, quando si raccolse in preghiera davanti al crocifisso chiese di poter condividere quella sofferenza. Fu allora che una spina della corona di Gesù le si conficcò in fronte, lasciandole una cicatrice. La morte sopraggiunse nel 1457, data rimasta ancora incerta.

Dopo grandi prove di fede e numero sofferenze Santa Rita morì il 22 maggio, data che ancora oggi le è dedicata grazie alla riforma dell’anno liturgico del Martirologio Romano, il libro approvato dal papa Gregorio XIII nel 1586, dove sono raccolte tutte le festività della religione cattolica. L’edizione più recente ad oggi risale al 2001, aggiornata dopo le numerose beatificazioni fatte durante il papato di Giovanni Paolo II.

Le reliquie di Santa Rita si trovano a Cascia nella basilica a lei intitolata, eretta tra il 1937 e il 1947. Particolare è la sua “mummificazione”, sono rimasti intatti il viso, le mani e i piedi, mentre il resto del corpo è in forma di scheletro coperto dall’abito monacale fatto cucire dalla badessa Maria Teresa Fasce.

Il culto e la festa di Santa Rita non vengono festeggiati solo a Torino, ma anche in molte altre città italiane, soprattutto in Puglia. Viene ricordata e festeggiata all’insegna della tradizionale rosa.

Studi condotti nel 1997 hanno individuato sulla fronte della salma una frattura ossea che potrebbe quindi confermare la leggenda della spina che le si conficcò quando, assorta in preghiera, chiese a Gesù di condividere con lei la sofferenza provata durante la crocifissione.

Tags:cristo,crocifissione,Miracolo,santarita Next post

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