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Forse non dirò nulla di nuovo. Anzi, sono convinto che chi mi segue sa già di cosa sto parladno.
Il bisogno di scrivere, quella spinta che parte da un qualcosa dentro di noi e ci obbliga a mettere parole, una dopo l'altra, in un foglio bianco. Certo, ognuno lo fa alla propria maniera, nei sistemi e nelle modalità che più preferisce, ma il fatto indiscutibile, quello che accomuna ognuno di noi scribacchini, è il pressante bisogno di farlo. Almeno questo è quello che provo io.
Quando scrivo, anche poche righe, anche solo un post per il blog o la recensione di un libro che ho appena letto, qualcosa in me si acquieta, si calma e mi lascia respirare. Il livello maggiore di soddisfazione lo ottengo con la narrativa, questo è fuori da ogni dubbio, ed è lì che davvero le cose si fanno serie. quando scrivo porto con me la piacevole sensazione di aver fatto qualcosa, magari non importante per il resto del mondo ma cruciale per me, per il mio essere, arrivando anche a provare una sorta di serenità che, a dir la verità, è paragonabile al rapporto con Margherita, la mia anima gemella e l'unica a cui davvero posso dire di aver regalato un pezzo della mia anima. Perché scrivere, anche se alla fine non viene fatto per soldi o chissà che altro, è piacevole. Un godimento che però esige un duro prezzo. Tempo, fatica, mal di testa, serate passate a battere le dita su una tastiera, sono tutte cose che farebbero desistere molti, ma non me. So che quello che scrivo è ancora imperfetto, grezzo, ma non m'interessa. Ho tempo per migliorare, per evolvere, e intanto mi diverto. Il divertimento... credo che molti non si accontentino di questo, vogliano di più, e per ottenerlo sono disposti a sacrificare qualcosa che difficilmente ritroveranno. Artisti, sulla carta, che si battono per veder riconosciuti i loro valori, che lottano come squali di fronte ad un nemico enorme e imbattibile. Questo a mio parere non è divertirsi, tutt'altro. questo è soffrire e io non voglio soffrire. Il giorno che le parole diventeranno dolorose allora forse smetterò, posero penna e calamaio, tanto per fare una metafora, e mi diletterò con altro. ma non è questo il momento, non è il giorno per lasciar perdere. Oggi voglio divertirmi... Oggi voglio scrivere... E voi? Anche per voi scrivere è un bisogno, del tutto simile al mangiare, al respirare?
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