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quel periodo tra october degli u2 e november spawned a monster di morrissey

Creato il 04 ottobre 2013 da Plus1gmt

Comunque se vi dovessi dire qual è l’immagine che più associo all’autunno, quello inoltrato, quello quando fa già freddino e devi indossare il parka ma senza esagerare con i maglioni sotto e le calze pesanti e ti devi tirare su il colletto e Halloween non è stato ancora inventato dalle nostre parti, non è certo quella nebbia in cui non sono nato e che ora che mi sono trasferito qui nella pianura mi dicono ormai, almeno in città, essersi volatilizzata da tempo. Che sfiga, mi viene da dire, perché uno dei pochi manti di romanticismo che poteva avere un posto come questo è stato spazzato via non tanto dall’abbattimento del Turchino, come farneticava quel tizio a Portobello, quando dal global warming e dagli effluvi come conseguenza del riscaldamento sovradimensionato. Io che già mi immaginavo su una bici con i freni a bacchetta, tremolante sulla superficie incerta del pavé metropolitano incedere lungo le piatte vie all’interno delle mura all’imbrunire nell’invisibilità completa per rientrare in una delle corti con case di ringhiera dei tempi del miracolo a Milano, mi sono accontentato di un appartamento anni 80 con vista su distributore Total di periferia, e quell’aria impenetrabile e densa della bruma di ottobre è solo il racconto di chi l’ha vissuta qualche decennio fa, quando la mattina non si scorgeva nemmeno la casa di fronte alla propria. No. Se dovessi scegliere un ricordo illustrato per esemplificare l’autunno come quelli che ti chiedono le maestre da portare a scuola per fare i temi descrittivi, sceglierei una domenica pomeriggio a una sagra delle castagne in mezzo a un po’ di gente di mare che se ne è andata sul serio, perché nei posti mare che intendo io il lavoro non si trova più e scappano tutti, con un bicchiere di vino in mano e C. che vuole andare via da lì perché è li con la sua tipa ma per caso ha intravisto una con cui ha avuto una storia proprio qualche sera prima e lo sapete, la provincia è più piccola di ogni cosa e gira che ti rigira i posti dove andare sono quelli. C. con il suo cappotto a quadrettoni e la faccia del colore della malattia che poi se l’è portato via, e quello è stato proprio il suo ultimo autunno con il vento che profuma di caldarroste e che è talmente forte che la nebbia proprio è fuori contesto, e così vedi tutto chiaro e limpido, tanto che poi con i ricordi non hai scampo.



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