Dopo lo scandalo del 2006, che costò alla Juventus la retrocessione in serie B e la revoca di due titoli vinti grazie alle irregolarità, il portiere della nazionale Gianluigi Buffon viene colto nuovamente con le mani nella marmellata. E ha giocato al rialzo…
Non c’è pace per la povera Italia, in qualunque senso voglia intendersi questa accezione: non c’è pace per la politica, annullata dalle decisioni autoritarie di un presidente della repubblica che getta fango sulla gloriosa storia di quello che fu il Partito Comunista Italiano, di cui fu dirigente insieme a ben più illuminati statisti.
Non c’è pace per la società civile, che sta affrontando la crisi terremoto e le comprensibili crisi da panico causate dagli eventi distruttivi, annunciati con “cassandriana” puntualità da scienziati in cerca di fama e di contributi per l’antisismico.
Non c’è pace nemmeno per la nazionale di calcio, fortemente toccata dallo scandalo calcioscommesseche, puntuale come ogni estate, anche quest’anno promette di regalarci classifiche ritoccate e punti di penalizzazione. Uno dei calciatori più rappresentativi del calcio italiano è rimasto coinvolto nello scandalo dell’estate.
Alla vigilia del campionato europeo, Gianluigi Buffon è di nuovo nell’occhio del ciclone come in quel 2006, in cui venne accusato e coinvolto nel primo scandalo scommesse del nuovo millennio. Il portiere azzurro viene indicato come l’emittente di diversi assegni a favore di una tabaccheria di Parma, con annessa agenzia di scommesse: sei anni fa, in un caso analogo (insieme a Iuliano, Chimenti, Maresca), i fatti vennero ricondotti ad una ipotetica compravendita immobiliare, magari questa volta il portiere juventino sta rilevando un’attività commerciale per vivere meglio il suo futuro da pensionato del pallone.
E come nelle più recenti cronache italiane, l’accusato si barrica sulla difensiva, denuncia il modo con cui la vicenda è stata portata alla luce dalla stampa, che parla già di indagine da parte della procura di Cremona. In realtà non esiste ancora un’informativa di garanzia nei confronti di Buffon, né si sa con certezza se questa verrà o meno spiccata a breve. Ma poco importa: l’immagine del capitano azzurro è ancora una volta offuscata da fatti che ben poco hanno a che fare con il mondo del calcio giocato.
C’è chi sostiene che l’accanimento della procura di Cremona sia da ricondurre alle dichiarazioni, veritiere quanto inopportune, rilasciate recentemente in merito alle “combine” nel mondo del pallone. E, c’è da giurarlo, potrebbe essere anche la vendetta di un pm milanista ancora incazzato per il gol di Muntari, o dei soliti interisti che vogliono vincere passando in corsia di sorpasso. Siamo curiosi di sapere se Buffon, o chi per lui, abbia scommesso su qualche pareggio di quelli tanto discussi alla fine del campionato. Magari, nel perfetto stile italico degli ultimi anni, a sua insaputa.
E ora? C’è chi si attende un allontanamento dalla nazionale per il giocatore più rappresentativo del calcio italiano, che rispecchia effettivamente una società sempre poco disposta ad assumersi le responsabilità dei propri fallimenti.