Quell'eta' andata

Da Astonvilla

Un paio di giorni fa ho sentito la notizia di quel ragazzo di 15 anni che,a seguito di un 4 a scuola,si e lanciato sotto un treno in corsa.
Massimo Gramellini in un suo editoriale su La Stampa ha scritto che e' l'eta' in cui tutto e' serio e che anche un 4 a scuola puo' diventare una tragedia,poi col passare degli anni si diventa piu' cinici e questo ci rende meno puri e piu' in grado di difenderci dalle cose della vita.
Per una volta non sono daccordo con il mio conterraneo nonche' Fratello di Fede Granata.
E' vero che a 15 anni si hanno meno anticorpi per affrontare i rovesci della vita ma cazzo a 15 anni non ti puoi gettare sotto un treno per un 4 a scuola.
Me li ricordo i miei 15 anni;le grandi compagnie,lo sport,gli amici,i primi baci e la scoperta dei nostri corpi con la ragazzina del primo banco,la piu' carina della classe, dietro a un portone o le camminate mano nella mano con lei nelle fredde domeniche al parco del Valentino,con il fiato che diventava fumo per il freddo,giornate in cui mi sentivo davvero un Dio.
Forse e' tutto cambiato e di conseguenza sono cambiati i ragazzi.
Oggi anche un quindicenne ha addosso una tensione che noi non avevamo,sapevamo che era l'eta' per divertirci,vivevamo in un mondo in cui un 4 a scuola era un problema ma soltanto per come dirlo ai genitori,genitori che lavoravano tutti e due,spesso a casa non ci aspettava nessuno,se andava bene una nonna.
Oggi questi ragazzi arrivano a casa e ci trovano un genitore o due,gente che magari ha perso il lavoro con tutto il bagaglio di pressione che un fatto simile puo' portare in una casa.
Sapevamo che era un eta' da vivere in modo gioioso,poi avremo avuto un futuro,un lavoro,una famiglia,sapevamo che era una tappa,un processo da vivere in modo spensierato anche se,come e' capitato a me,in casa di soldi ne giravano pochi,ma non mancava nulla.
Oggi questi ragazzi vedono la situazione dei genitori e si chiedono quale futuro li aspetta,si domandano cosa sara' di loro domani.
Mancano anche gli amici,quando avevo 15 anni eravamo una grande compagnia,se anche solo avessi pensato a un gesto simile qualcuno degli amici lo avrebbe capito e mi avrebbe preso a calci in culo fino a casa piantonando poi il portone.
Oggi questi ragazzi sono maledettamente soli,non hanno amicizie,"chiedono amicizie" che ritengo sia una delle cose piu' tristi che questo sventurato secolo abbia inventato.
Guardateli questi ragazzi,girano in coppia,al massimo in 3,sorridono poco o niente,sempre il telefonino in mano aspettando chiamate di chissa' chi.
Nessuna ideleogia,nessuna fede in un dio,nessuna speranza nel futuro.
Non e' questo il modo di avere 15 anni.
La canzone,un autentico capolavoro testo di Guccini,musica di Curreri cantata dagli Stadio parla di 2 ragazzini...come eravamo noi e del rimpianto per un eta' che abbiamo perduto per non ritrovare piu'.

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