Quella cosa lì.

Da Oliviabluebell
"Ehi Olly, cosa c'è che non va?"
Sai che non lo so? Sono due giorni che non lo so proprio più cosa sia quella cosa lì che mi fa sentire stanca e strana. Che mi fa arrivare alle undici e mezza di sera con il nodo in gola, il naso tappato e la faccia umida. E non passa quella cosa lì, proprio non se ne va. Ma non so cosa sia.Pensavo dovessi svuotare la mente. Ieri ho corso, per la prima volta, e la mente l'ho svuotata ma quella cosa lì è arrivata lo stesso. L'altro ieri ho pensato che mettermi a guardare le stelle all'una e mezza con un bicchiere in mano di amaro da sorseggiare potesse aiutarmi. E invece no. Quella cosa lì è ancora lì, al suo posto. E non lo so se stasera tornerà oppure no.C'è anche che non riesco più a dormire bene, non riesco più a fare le mie ore di sonno di fila. Pensavo fosse il cuscino, il letto, il rumore, la luce e invece anche nel mio letto di sempre, con il cuscino di sempre con il silenzio di sempre e il buio di sempre non sono riuscita a dormire senza mai svegliarmi.Ci sono volte in cui la tosse mi fa visita e, davvero, a me sembra di soffocare perchè non riesco a buttar giù aria e mi domando "e se dovesse succedermi mentre dormo?". Forse il mio non dormire bene è paura, di quest'altra cosa qui che si aggiunge all'altra. Almeno in questo caso, però, so dargli un nome. Paura. Appunto. O ansia. Azzardo.
Poi c'è che mi sto parlando molto in quei momenti in cui quella cosa lì compare. Mi sono spiegata il perchè di alcuni comportamenti, decisioni e mi sono detta che voglio seguire i miei ritmi, anche se verrò additata come stronza. Perchè non ce la faccio a fare altrimenti. Perchè ho perdonato qualcosa ma altro me lo sono lasciata per strada e quello no, non ce la faccio mica io a dire "ok, va bene anche su quello non ti preoccupare". E ci sarebbero altre cose da dire che non mi vanno giù. Forse dovrei dirlo che mi da' fastidio la lettura di questo blog a quella persona lì. Perchè penso che io qui ci scrivo di me, di come sono adesso, di cosa penso adesso, di cosa faccio e di cosa non faccio adesso. Ma non scrivo tutto. E mi da' fastidio che ci sia una visione parziale tramite cui si giudica, o anche solo si pensa di sapere. No, non lo so nemmeno io e allora come lo si può sapere dall'esterno? Ma forse ciò non mi riguarda, però volevo dirlo che non voglio più essere diplomatica e stare sempre nella via di mezzo.
Quella cosa lì mi fa anche venire in mente alcune frasi, alcune parole che non sono ancora state lavate via e io non ce la faccio più ad averle ancora lì. Non so se sia giusto premere "canc" su alcune cose, o anche solo aver voglia di premere "canc", ma se facendolo starei meglio chi sono io per privarmene? Ma forse non basterebbe nemmeno e dovrei resettarmi, partire da zero. Ma io non sono più a zero e allora non lo so come si fa in questi casi. Non lo so davvero come si fa a non fare più uscire quella cosa lì tutte le volte con la stessa intensità. Percepisco che ora è un po' meno, ma non al punto in cui vorrei. Mi chiedo se arriverà un giorno in cui lo saprò.
Guardo fuori dalla finestra e vedo il sole, si sta bene al sole, è caldo al punto giusto e c'è anche una leggera brezza che mi accontenta ("vedi? tu chiedi e vieni accontentata!" cit.). Mi sembra un peccato avere quella cosa lì addosso e non semplicemente sorridere ancor più di quanto non stia facendo. E forse non è un caso se oggi mi sia vestita tutta di nero, pescando un po' a caso nell'armadio.
Eppure il punto, forse, è che quella cosa lì, nonostante venga e vada e faccia un po' come gli pare, nonostante mi riversi addosso più acqua salata di quanto vorrei, nonostante sia più nera che grigia, mi ricorda che su un punto, quel fottutissimo punto (che è lo stesso su cui non riesco a dire "ma sì dai, questo lo lasciamo andare che tanto è roba da niente!"), ho finalmente imparato a non farmi più male e sto pensando e lavorando nel modo corretto. E sotto questa prospettiva, quella cosa lì sembra quasi anche positiva e dolce. Ma è una sfumatura impercettibile che diventa di nuovo quasi subito nera.
Poi ci sono momenti in cui divento triste e l'unica cosa che vorrei sarebbe una mano. Sì una mano che prende la mia, la stringe e mi dice che va tutto bene. Per una volta vorrei una mano che stringa la mia e non la mia che stringe quella di qualcun altro. E basta. Solo questo. Che a me quel gesto è sempre mancato, fin dall'inizio. E ora che ci penso mi dico che è stato proprio un peccato, che certe cose avrei dovuto capirle prima, certe importanze avrei dovuto coglierle e non lasciarle annegare nel "va bene anche così". Ma questo lo dico adesso, non prima. Ora che vorrei quella mano lì, ma non di chi c'era ma di chi ci sarà, anche se non lo so mica chi sarà. Eppure è un futuro e non un passato e questo è nero, su bianco.
Quindi, in definitiva, per rispondere alla tua domanda, non lo so come sto. So che sto meglio di prima ma so che starò meglio di ora. Perchè anche se si sta meglio di un pre ciò non significa che si stia bene tout court. No, no. Quello non lo posso dire. Posso dire che ho bisogno di circondarmi solo di poche persone, di lasciare tutto il resto in sottofondo, di ritirarmi da qualche parte a dormire tutto il giorno con il cellulare spento. Perchè quando inizi a vedere lampeggiare quel "low batteries" di rosso, capisci che forse stai giungendo al capolinea. E quella cosa lì allora non è più la tua priorità, che anche centellinare le energie è dispendioso e forse è meglio che tu faccia questo, non altro.Ma è giusto anche che lo faccia con il sorriso perchè non puoi fare vedere che arranchi, boccheggi, tu non puoi. Insomma, quella cosa lì mica è la fine del mondo, non ci è mai morto nessuno e tu non sarai l'eccezione. Su, un po' di spina dorsale!
E? e allora stringi i denti e vai avanti che tu questo sei capace di farlo. Devi solo arrivare alla fine del mese, solo a quello. E poi potrai concederti il nulla e l'oblio. Forse.
Non so cosa ho scritto. La percezione delle mie parole mi ha lasciata questa volta. Non succedeva da tanto eppure a volte capita. Mi stupisco di quanto la vita possa essere ciclica, chiara e semplice ma indefinita allo stesso momento. Nell'assenza di autopercezione.

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