“#ioleggoperché a scuola costruiamo trame” – ha scritto ieri la ‘povna nella nota stampa di commento alla consegna del totem letterario dei post-it significativi (perché Cita-un-libro, nei fatti, ha cercato semplicemente di portare in rete e in una modalità che Iome definirebbe “di community” quello che la ‘povna fa, a scuola, tutti i giorni da quindici anni a questa parte), raccolti per due mesi dagli Extraterrestri e dalle Giovani Marmotte, alla Biblioteca Comunale della Città della Scuola, alla presenza del direttore della biblioteca medesima, della responsabile della sezione ragazzi, dell’assessore alla cultura e di tutto l’ufficio stampa del gabinetto del sindaco.
Ed è questa frase che, a ben guardare, riassume il senso di questi due mesi e mezzo passati a fiancheggiare il progetto nazionale di lettura. E non solo, o non tanto, perché la lettura apre la porta ad altri mondi, e l’identificazione, la scoperta, il make-believe e bla e bla – tutte cose, tutte vere, che ora poco le interessano; ma molto più semplicemente perché questo lei fa, sempre, in ogni modo, dappertutto: leggere l’esistenza come un intreccio che, più si è bravi a interpretare gli indizi, e meglio si costruisce, e si dipana. Che èpoi quello che prova a insegnare, anche, ogni giorno ai suoi alunni, esattamente in questi termini.
Una cosa che probabilmente non corrisponde (grazie a dio) a nessun protocollo di didattica – ma solo alla voglia di mettere in una relazione che sia insieme privilegiata, esclusiva, ma anche di ruolo (e quindi a suo modo gerarchica) la disponibilità a percorrere insieme, ciascuno dal suo lato e con la sua particolarità competente, insegnante e alunni, un pezzo di strada.
Significa affidarsi, dunque, reciprocamente; prima e dopo qualsiasi altra cosa si possa considerare imprescindibile; e significa anche, soprattutto, imparare piano piano a comprendere, e divertirsi con, le pieghe della trama.
E’ qualcosa che, nell’esperienza della ‘povna, accade in ogni classe; anche se in intensità e misura diversa. A seconda del grado di fiducia che si riesce a mettere in gioco, alla personalità del gruppo; ma soprattutto – ed è qualcosa che troppo spesso viene invece sottovalutato, quando si parla di insegnamento – del grado di ‘risolutezza’ delle persone coinvolte. Il che non significa che alunni e insegnante debbano essere sicuri di sé e granitici, ma più semplicemente “risolti”, una qualità la cui latitanza, in specie, con ogni evidenza, negli adulti, è causa di molti mali – a parere della ‘povna – nella sfera della relazione sociale.
Ma quando invece questo avviene, quando cioè per una serie di alchimie impreviste (o forse invece intessute attentamente), si arriva a portare la relazione su quel tipo di livello, allora il percorso insieme si fa solo entusiasmante. Ed è lì che inizia davvero il paziente lavoro di tessitura della trama.
E le trame, è noto, non perdonano. La ‘povna lo sa, e non ha bisogno di conferme. Ma, se avesse avuto, per qualche motivo, un dubbio, sarebbe bastato a fugarlo il dispiegarsi degli eventi di giovedì scorso, #23aprile, giornata mondiale del libro e culmine di #ioleggoperché – che la vedeva impegnata, come ha già raccontato, su più fronti: a casa, in treno, a scuola. Ed è proprio a scuola che, dopo aver consegnato due libri agli ingegneri (che si sono impegnati ufficialmente a leggerli), la ‘povna sta tranquilla, rintanata coi Merry Men, in classe. All’esame mancano 55 giorni, e non c’è tempo da perdere. La ‘povna spiega a tutta randa, fino al suono dell’intervallo. “Pausa veloce e poi continuiamo” – annuncia, aprendo la scalcinata porta rossa. La sorpresa che la coglie è bella e grande: seduto su uno dei banchi che costituiscono il loro breakout space di fortuna da due anni, Calvin la aspetta.
“Tu!” – fa lei.
Lui, intanto, se la ride soddisfatto. Seguono saluti, baci, abbracci e aggiornamenti. Arriva la Pesciolina, ovviamente; e ben presto la conversazione va a planare sull’esame.
“A questo proposito, prof. volevo chiederle: sarei venuto anche per offrire ai ragazzi il mio aiuto al pomeriggio, se hanno bisogno per le materie tecniche. Io, ovviamente, i disegni non glieli faccio: ma sono disposto a seguirli e rispiegarglieli, se vogliono una mano”.
La ‘povna si gira, lo guarda, e nemmeno si stupisce. Si limita a un: “Che meraviglia, Calvin, andiamo subito a dirglielo!”. Perché quello che lui propone, in realtà, è soltanto inevitabile: la trama che lega lei a lui, all’Onda, e l’Onda ai Merry Men ha corso le sue spire in questi anni, inesorabile – per portare a un punto, questo, che non può essere in altro modo.





