Anna Lombroso per il Simplicissimus
Proprio come ai tempi della signora Claire Booth Luce, proprio come ai tempi del maccartismo più osceno e sgangherato, proprio come quando pensavano che l’Italia fosse quella degli stereotipi neorealisti: stracciona, miserabile e geneticamente truffatrice e maneggiona – probabilmente per colpa dei comunisti, e pare non siano i soli a crederlo – gli Usa raccomandano a loro connazionali di vigilare. Milano sarebbe una città a rischio: delinquenza e criminalità reclamano un stato d’allerta e suggeriscono di prendere misure appropriate per “aumentare la sicurezza personale”. Quindi occhio alla borsetta, al portafogli in metro, doppio catenaccio, e soprattutto non diano confidenza agli indigeni, evitando i locali della vita notturna particolarmente insidiosi.
Non perdo nemmeno tempo a rammentare che le ultime cronache sull’America Felix fanno pensare che i luoghi più pericolosi per l’incolumità siano cinema, scuole e campus universitari. O a mettere a confronto le statistiche sui reati a Milano e a New York o in qualsiasi città anche minore del Minnesota o della California. O a constatare che la microcriminalità, i delitti contro la proprietà a suon di ratto di catenine e incursioni in abitazioni hanno un picco quando le condizioni di un Paese peggiorano, frutto del diffondersi di una povertà cui la civiltà americana non è certo estranea.
Osservo invece che la preoccupazione per gli scippi supera quella per le ormai accertate infiltrazioni nel tessuto economico e sociale del Nord non più pingue ed opulento, fenomeno che perfino la Lega sarà costretta a ammettere e che ha persuaso il Sindaco Pisapia, quel comunista oscuramente accusato di aver favorito il clima sfavorevole all’insediamento di turismo elegante, a dimettersi da commissario dell’Expo.
Ormai la storia è stata delegata ai Pansa e perché no? anche ai Cristicchi, ma non occorre un fine analista per ricordare l’indole alla “trattativa” degli Usa con la mafia, a cominciare dallo scambio di favori, provvidenziale, per carità, per aiutare lo sbarco, passando per gli interrogativi ancora aperti sulla figura di Salvatore Giuliano, o per il ruolo dei servizi segreti americani in episodi tenebrosi che hanno investito il sistema bancario italiano, vaticano e le diramazioni internazionali, o le strane interferenze nel caso Moro denunciate da Imposimato. Insomma quella lunga cronaca nella quale si è visto consolidarsi il triangolo tra servizi deviati, istituzioni sleali, politica, poteri economici, Stati Uniti e criminalità organizzata.
Ora più che mai questo intreccio è favorito, per quella combinazione di interessi, ambizioni e ideologie che sta dietro alla consorteria che detta legge e illegalità, muove pedine e guerre, di eserciti e di classi, una “cupola” planetaria, fatta di grandi patrimoni, di alti dirigenti del sistema finanziario, di politici che intrecciano patti opachi con i proprietari terrieri dei paesi emergenti, di tycoon dell’informazione, insomma quella classe capitalistica transnazionale che domina il mondo e è cresciuta in paesi che si affacciano sullo scenario planetario grazie all’entità numerica e al patrimonio controllato e che rappresenta decine di trilioni di dollari e di euro che per almeno l’80% sono costituiti dai nostri risparmi dei lavoratori, che vengono gestiti a totale discrezione dai dirigenti dei vari fondi, dalle compagnie di assicurazioni o altri organismi affini. E che usa ed è usata dalle mafie, anche quelle ormai transnazionali, in uno scambio di favori, manodopera, professionisti, armi, minacce, agenzie di rating, banchieri, alte corti, servizi poco segreti, che tanto a unirli è un inestinguibili e avido interesse comune, il profitto.
Ma al Paese che ha dato di più alla moderna criminalità economica, che ha trasformato in eroi e icone, letterarie e non solo, i peggiori figuri del teatro dell’accumulazione più perversa, che ha prodotto il più furioso incremento delle disuguaglianze grazie agli strumenti aberranti della finanza, che non ripercorre a sufficienza la sua storia, contribuendo al riaffacciarsi dello schiavismo, preoccupano di più borseggi e scippi ai danni dei loro connazionali in vacanza. Hanno ragion, qui non c’è più niente da rubare.