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Quella sottile ironia di Monicelli

Creato il 30 novembre 2010 da Casarrubea

 

Quella sottile ironia di Monicelli

Mario Monicelli

E’ morto ieri, all’età di novantacinque anni, Mario Monicelli. Si è lasciato cadere dal quinto piano della clinica romana di urologia dove era ricoverato, troncando così una vita che certamente ha segnato l’intero corso della storia italiana del Novecento, impattando fino ai nostri giorni. Quasi a volere negare la speranza. Quella stessa virtù di cui ha parlato Saviano, per una fatale coincidenza, proprio qualche minuto prima che Fabio Fazio annunciasse al pubblico, con la delicatezza che gli è congeniale, il triste evento.

Il padre della commedia all’italiana era apparso negli ultimi mesi in televisione, visibilmente pessimista e sfiduciato, anche se nel suo intimo, era un convinto ottimista, molto legato ai giovani e alla loro capacità di essere combattivi e capaci di cambiare il mondo. In questo senso li aveva incoraggiati ed anzi, era arrivato persino a sostenere che il nostro Paese è uno dei pochi in Europa a non aver conosciuto, tra le grandi democrazie che hanno interessato l’Europa, un vero e proprio processo rivoluzionario.

Fu lui a scoprire le qualità di attore di Vittorio Gassman nel film “I soliti ignoti” (1958) e, nell’anno successivo ne “La grande guerra”.

Tra i suoi film più noti ricordiamo “I compagni” (1963), “L’armata Brancaleone” (1966), “La ragazza con la pistola” (1968), “Un borghese piccolo piccolo” (1977), “I nuovi mostri” (1977).

Nella sua carriera di regista Monicelli ha ottenuto diverse nomination all’Oscar, e svariati David di Donatello. Fino al film “Le rose del deserto” (2006),  contro tutte le guerre.

Credo che gli italiani abbiano molto da imparare da lui.

 


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