Oggi vorrei occupare un po’ del mio tempo per parlarvi di una particolare categoria di ex, forse la peggiore, e certamente la più difficile da scrollarsi di dosso: gli eterni indecisi. Quelli che ti mollano, poi tornano, poi ti rimollano, quelli che dopo mesi da desaparecidos ti fanno quella telefonatina di cortesia – o più facilmente un sms – per sapere come stai, per dirti che ti pensano, che vorrebbero rivederti, che non ti hanno dimenticata (cariiiini… ‘cci vostra)!!! Quelli che magari non sapessero cosa fare della loro vita, ma che stanno ancora al: “Ma io voglio stare con lei, oppure preferisco stare senza di lei?!”. Domanda che si pongono, peraltro, con la stessa profondità d’animo con cui davanti al frigo, grattandosi la pancia, pensano: “Apro ‘na biretta nova, o me finisco la Coca Cola de ieri?!”
E’ vero, la colpa è nostra. Siamo noi che rispondiamo a quegli sms, noi che gli concediamo la seconda possibilità, la terza, la quarta…! Noi che pensiamo più a loro, che a noi stesse. Noi che forse un bel giorno riusciremo pure a pronunciare quel sonoro e liberatorio mavaff…!!! Ma che c’è di male nel sognare? Che c’è di male nel credere che in fondo le nostre volontà possano avverarsi – visto peraltro che non stiamo chiedendo a Marina Ripa di Meana di finanziare la Monclear, ma soltanto a un uomo di farsi amare come solo noi potremmo fare?
Nell’attesa, però, speriamo.
Speriamo che crescano, che si decidano, che cambino. Speriamo che succeda come nei film, o come è andata a quella sfigata e brutta dell’amica vostra. Speriamo che un bel giorno si sveglino forti e consapevoli, decisi come di fronte al lancinante dubbio: “Me faccio n’artra partita alla Play o accompagnoleiafareshoppingalcentrocommercialedesabatopomeriggiosottoNatale?!”. Convinti come Paolo Brosio davanti al santuario de Medjugorje, o Guillermo Mariotto davanti a Giulio Berruti (che è poi la stessa cosa!).
Un miracolo, lo sappiamo bene anche noi. Ma se Raffaella Fico è riuscita a strasformasse in cantante – con tanto di concerto e album – allora tutto è possibile.
Voi IndecisionMan, piuttosto, famo a capisse. Non siete in grado di decidere una cippalippa – stare con noi, senza di noi, sposavve, rimane’ co’ mammà, farvi la vicina di casa o quella di scrivania, magna’ carne o pesce, dormire o lavavve – ma la scelta d’annavene ogni due per tre come la sapete prende, eh?! ‘Cci vostra. Decisi e sicuri come non mai.
Ecco, la stessa determinazione – quella che mostrate in quei miseri cinque minuti di virilità lì, perchè mica si sta qui a pretender troppo – fatevela uscire pure quando vi prende quella smania di vederci, di sentirci, di sapere con chi usciamo e se in testa abbiamo ancora tutti i nostri bei capelli o, causa disperazione, ora indossiamo un gatto morto come Sandro Mayer. Invocatela pure quando vi vien voglia di inviarci quel messaggino lì, con quelle due paroline dolci buttate un po’ così (che poi spesso non siete manco mai riusciti a dircele in faccia). Invocatela voi, perchè se smuoviamo dio noi, pe’ voi so’ cacchi amari. Perchè prima o poi la nostra pazienza finirà, prima o poi riusciremo ad uccidere la crocerossina che c’è in noi – preferibilmente prima di uccidere voi (o noi stesse, che è peggio!). Prima o poi…prima o poi qualcosa cambierà, santiddiobendato! Pe’ forza.
Voi nel frattempo sparite, eclissatevi, arruolatevi nella legione straniera! Se non volete concedervi a noi, dateci almeno modo e maniera di rifarci una vita (sociale). Di innamorarci di qualcuno che ci ami sopra ogni cosa, che sappia rispettarci, che non abbia paura, che abbia i nostri stessi sogni, e la nostra caparbietà. Qualcuno che voglia dei figli con i suoi occhi e il nostro sorriso, che voglia espatriare con noi sulla Luna, o rintanarsi, strettistretti e vicinivicini, in un appartamentino di 20 mq. Dateci la possibilità di essere felici. A prescindere.
E quel messaggino lì, insieme a quelle due paroline dolci buttate tra un “ciao” e un “a presto”, a noi – sappiatelo – ci spingono a contattare la wedding planner e confermare il colore dei tavoli. Prima di ritrovarvi, quindi, Enzo Miccio dietro la porta di casa che vuole prendervi le misure per il mezzo tight, magari, pensateci un po’ su. E desistete, che è meglio.
Noi, di contro, donnine care, non dimentichiamoci mai di noi stesse. Della nostra felicità, di quello che vogliamo. Non perdiamo mai di vista i nostri obiettivi. Perchè sono – o comunque dovrebbero essere – loro a guidare le nostre azioni, loro le nostre scelte. E perchè va bene ascoltare il cuore, ma se continua a dire cavolate, forse per una volta conviene farlo tacere e chiedersi: ma ne vale davvero la pena continuare a sperare?
Nel rapporto con gli altri chiediti sempre se “vale la pena”. Se vale la pena aspettarli, comprenderli, capire i loro silenzi. Giustificare i loro comportamenti, i loro allontanamenti. Chiediti fino a che punto sei disposto ad accettare tutto ciò. E non c’entra il bene che vuoi loro. E’ che tutto ha un limite.
Guido Paolo De Felice
Ecco, appunto. TUTTO HA UN LIMITE!!
E poi, oh, al massimo, come mi ricorda sempre una mia amica: c’è sempre la possibilità de mette su ‘na colonia de gatti e passa’ il tempo a sfamalli…!!!