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Quello che il renzismo non dice (118) – Sulla mucca che indisturbata continua a magnà.

Creato il 04 giugno 2015 da Rosebudgiornalismo @RosebudGiornali
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di Rina Brundu. Ciò che sorprende é che qualcuno si sorprenda. Come ci si possa sorprendere davanti ad una seconda, terza, quarta puntata dello scandalo “Mafia Capitale” resta poi mistero arcano degno dei dubbi lasciati senza risposta dai fisici delle particelle. Detto altrimenti, dopo un anno di gattopardismo imperante, di inciuci per conservare il potere, di inchieste di Report che hanno chiaramente dimostrato come viene gestito il business dei migranti in ogni sua fase, senza che nessuno muova un dito per cambiare lo status-quo, conservare la capacità di sorprendersi davanti alle ultime retate degli organi di polizia fa più o meno equazione con l’essere conniventi con lo status-quo.

Vero è però che ci sono altre ragioni per sorprendersi e interrogarsi. Ci si chiede per esempio cosa debba succedere per convincere il sindaco di Roma ad abbandonare e a restituire ai cittadini di quella gloriosa città il legittimo diritto di ristabilire pulizia e legalità. Ci si chiede inoltre cosa sarebbe successo se tutto questo fosse accaduto con una giunta di centrodestra al potere e come mai il PD continui ad usare impunemente due pesi e due misure nelle questioni di etica politica (la domanda è retorica naturalmente). Ci si chiede perché i rappresentanti di partiti come Forza Italia, anziché chiedere le immediate dimissioni del primo cittadino romano, continuino a rilasciare dichiarazioni intrise di circonlocuzioni criptiche e senza senso (altra domanda retorica, bisogna specificarlo). Ci si chiede infine se i primi conniventi del malaffare non siano proprio gli organi di informazione che, senza alcun pudore deontologico e a dispetto dei messaggi di stanchezza inviati dai cittadini, dagli elettori, continuano a sponsorizzare questa classe politica.

Di fatto tutto ciò che ci resta sembrerebbe la parziale consolazione che esista in questo Paese una magistratura, una finanza, degli organi di polizia sostanzialmente sani che diventano anche l’ultimo baluardo contro la corruttela politica e amministrativa che tutto circonda. Dopo la recente rielezione di Sepp Blatter a presidente della FIFA, non si possono portare sul tavolo, quale esempio di best-practises, neppure le prassi internazionali in materia di reazione alla corruzione, ma adottare la politica del mal comune mezzo gaudio non aiuterebbe comunque.

Non resta quindi che chiedersi: who’s next? Il tutto nell’attesa di scoprirlo e nella quasi sicuramente vana attesa che il leader maximo oltre a ribadire come un disco rotto che l’Italia sta ripartendo, si decida finalmente a “sporcarsi le mani” e a fare qualcosa da sinistra utopica: tagliare i cordoni, restiture dignità all’arte della politica e al concetto di amministrazione sana e onesta di una grande nazione moderna e democratica.


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