di Rina Brundu. D’accordo, non é scritto da nessuna parte che un giornale, anche se con storica vocazione cosmopolita, non possa essere filo-governativo o non possa schierarsi politicamente. In America, per esempio, le grandi testate tendono a parteggiare per Tizio o per Caio, a seconda della linea editoriale e del macro-obiettivo sbandierato da chi corre per la governance federale. Dulcis in fundo, non è scritto neppure in una ideale deontologia giornalistica che una qualsiasi pubblicazione, anche se di primo piano, non possa essere di parte…
Non è scritto ma a mio avviso sarebbe auspicabile che ciò non accada. Sarebbe auspicabile soprattutto perché da un quotidiano autorevole ci si aspetta una grande capacità critica che può essere ottenuta solamente mantenendo una giusta “distanza” e una posizione quanto più ragionata e obiettiva possibile. Questo per dire che la campagna renzista che sta conducendo il Corsera, e in particolare il Corriere.it da diversi mesi, dà molto da pensare, specialmente in questo periodo di intensa attività elettorale. Ma, soprattutto, l’Italia non é l’Ameria e purtroppo quell’ampia prospettiva di visione libera e democratica noi non possiamo permettercela, non la possiamo vantare, per infiniti motivi. Per motivi di ordine storico, geografico e di mero background culturale. Da noi difendere l’obiettività giornalistica – quando si è in una posizione di poterlo fare – è una conditio-sine-qua-ma anche un dovere civile per una testata importante, se davvero vuole venire incontro al sacrosanto diritto dei cittadini di essere informati in maniera rispettosa di ogni loro diverso sentire.
Senza dimenticare che il troppo-stroppia sempre. E si rischia di scadere nel ridicolo, come ridicoli – e vagamente memori della prima pagina PRAVDA dell’età d’oro del PCUS – erano i “poster” giganti (vedi videate allegate a questo articolo) di Matteo Renzi che ci hanno ossessionato per tutta la giornata di oggi, ogni qualvolta si cliccava sulla home del Corriere.it. Certo, per fortuna ci sono le open-sources informazionali online che oggidì diluiscono comunque l’effetto, ma sfido chiunque a navigare sui siti dei maggiori quotidiani del mondo e trovare un simile status-quo.
Il PRAVDSERA!! Neppure i poteri-forti italiani e i salotti buoni della finanza sono più quelli di una volta ma davvero si preferiva il tempo in cui questo nostro primo giornale era famoso per il suo saper dare un colpo al cerchio e uno alla botte.
Featured image, la home PRAVDA del 16 marzo 1917, fonte Wikipedia Italia.