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Quello che succede quando si cerca di cacciare i missionari

Creato il 18 agosto 2012 da Dragor

  Missionnaires 2

 

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   Mettiamo che 2 gentili rappresentanti di una religione bussino alla vostra porta, dicendo con un sorriso melenso “siamo venute ad annunciarvi la Buona Novella”. Siccome vi hanno disturbato mentre eravate nella vasca e gocciolate acqua sul pavimento malgrado l’accappatoio che avete indossato in fretta e furia, le mandate a quel paese e cercate di sbattergli la porta in faccia. Loro vi spingono da parte, entrano nella vostra casa e s’installano in salotto. "Ma che cosa...» ringhiate. «Lo facciamo per il vostro bene, siamo venute a salvarvi» dicono le donne con il loro sorriso melenso. “No, grazie, non c’interessa” replicate. Il sorriso melenso sparisce. «Sì che vi interessa. Non potete rifiutare la parola di Dio. Siamo qui per suo ordine, svolgiamo una missione divina.» Quindi cominciano a salmodiare vecchie storie di cammelli. Quando cercate di cacciarle via con la forza, loro uccidono vostra moglie con un’iniezione letale, poi eliminano vostra figlia con una dose di cianuro nel caffè. Allora chiamate la polizia, ma il commissario dice: “Queste donne hanno il diritto di restare qui perché svolgono una missione divina. E’ lei che deve andarsene.” Così scortato da due poliziotti, dovete trasferirvi in albergo.  

   Fiction? Sicuro. Ma vediamo un po’ che cos’è succede nella realtà a chi cerca di cacciare i missionari.

  1) Il re rwandese Musinga, che governa con il nome di Yuhi V, non vuole saperne del cristianesimo imposto dai missionari belgi. Gli sembra una violenza culturale e un attentato al suo potere. Furibondo per il matrimonio cristiano di sua figlia, nel 1931 ordina a tutti i missionari presenti nel paese di sloggiare. Il 12 novembre 1931 il prete Léon Classe chiede l’intervento delle truppe coloniali e Muzinga viene esiliato a Moba, nel Congo belga, mentre al suo posto lo stesso Classe insedia Mutara III.

   2) Nel 1884 il re ugandese Mutesa I, che ha sempre rifiutato il cristianesimo, ordina ai missionari di tornarsene a casa. Poco tempo dopo viene trovato morto “in circostanze misteriose”.

   3) Nel 1957 il re rwandese Mutara III si ribella al potere coloniale. Chiede all’ONU l’indipendenza del Rwanda, predica l’unità del paese e ordina ai missionari di sloggiare. Il 25 luglio 1959 viene ucciso con un iniezione letale dal medico cattolico belga all’ospedale Prince Ragwasore di Bujumbura (Burundi) dov’è andato per un banale check-up. Si sospetta che il mandante sia il prete André Perraudin, a quell’epoca capo della chiesa cattolica in Rwanda.

   4) Nel 1960 il principe burundese Louis Ragwasore, fondatore del partito laico UPRONA, chiede l’indipendenza del paese invitando la popolazione a boicottare i negozi belgi e a disertare le chiese cristiane. Alle elezioni elegislative del 1961 l’UPRONA vince con l’80 per cento dei voti, sconfiggendo il partito cattolico PDC. Diventato Primo Ministro, Ragwasore ordina ai missionari di sloggiare. Sarà assassinato il 13 ottobre 1961 all’Hotel Tanganyka da un greco di nome Kageorgis per ordine del PDC.

   5) Il 16 agosto 1960 Patrice Lumumba, Primo Ministro del Congo, decide di strappare la scuola al controllo della chiesa cattolica. Dichiara che la scuola deve avere “una qualità scientifica” e inculcare “un ideale nazionale.” Esige l’istruzione primaria per tutti laica e gratuita, poi ordina ai missionari (contro i quali era in guerra da tempo perché li considerava semplici pedine del potere coloniale) di lasciare il Congo. Il 17 febbraio 1962 Lumumba viene portato in aereo a Elisabethville dove sarà torturato e fucilato dai colonialisti. Il suo corpo sarà dissolto nell'acido muriatico.

   6) Nel 1986 il presidente burundese Jean-Baptiste Bagaza decide di cacciare i missionari, accusandoli di predicare l’odio e il razzismo. Così uno dopo l’altro i preti ricevono l’ordine di lasciare il Burundi entro 24 ore. Le disposizioni sono severissime: se si rifiutano, vengono arrestati e imbarcati a forza sull’aereo. Il papa Karol Wojtyla dichiara il Burundi “la sua spina nel fianco” e piange in pubblico quando parla di questo paese. Nel 1987, mentre partecipa a un congresso a Montréal in Canada, Bagaza viene rimpiazzato alla presidenza dal filocattolico Pierre Buyoya. Cercherà più volte di rientrare nel suo paese, ma sarà sempre respinto alla frontiera.

   Come vedete, la realtà supera la fantasia. Non c’è da stupirsi, è lo stesso volto che la chiesa cattolica ha mostrato per secoli in Europa fin quando i laici le hanno legato le mani. Oggi lo mostra in Africa dove le sue mani sono ancora libere. Morale: quando i preti bussano alla porta, conviene non aprire. Si sa quando entrano, ma non quando escono. E la vostra pelle non vale più niente.

Dragor


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