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“Questa Europa ci fa schifo”, Rodotà e compagni contro Bruxelles

Creato il 22 dicembre 2013 da Margheritapugliese

Europa

 

“Siamo convinti che le ricette di politica economica adottate dai governi europei, lungi dal contrastare la crisi e favorire la ripresa, rafforzino le cause della prima e impediscano la seconda. I Trattati europei prescrivono un rigore finanziario incompatibile con lo sviluppo economico, oltre che con qualsiasi politica redistributiva, di equità e di progresso civile”.
Eccoli stanati: 15 intellettuali di sinistra che sul Manifesto (di oggi, 22 dicembre) pubblicano la loro lettera-appello contro questa Europa. Le firme: Étienne Ballbar, Alberto Burgio, Luciano Canfora, Enzo Collotti, Marcello De Ceceo, Luigi Ferraioli, Glanni Ferrara, Giorgio Lunghini, Alfio Mastropaolo, Adriano Prosperi, Stefano Rodotà, Guido Rossi, Salvatore Settis, Giacomo Todeschini, Edoardo Vesentini. Tutti insieme per dire ‘no’ al “potere ostile e minaccioso” di questa Europa unita.
Nei giorni scorsi, in consiglio regionale, si era fatto sentire pure Vasco Errani, simbolo dell’establishment rosso oggi diventato arancione: “O cambiamo le politiche europee o la prospettiva per l’intera Europa sarà sempre più critica”. La sinistra, internazionalista per vocazione, si ribella così a Bruxelles. E cerca la svolta. La Lega – “costola della sinistra” disse il capo Umberto Bossi – la ribellione l’ha iniziata da anni. Per questo, nei giorni scorsi, il leghista Manes Bernardini e il comunista ‘vecchio stampo’ Marco Rizzo si sono trovati sulla stessa lunghezza d’onda. Entrambi ospiti alla trasmissione “Funamboli” (7Gold), l’uno sparava contro l’austerità, l’altro incalzava con un attacco alla Troika. Ormai a credere a questa Europa è rimasto solo Prodi e qualche centrista. Per gli altri, compresi molti intellettuali a la page: “L’Europa rischia di avvitarsi in una tragica spirale distruttiva”. Ma, mentre il Carroccio pensa a una federazione di regioni e a una commissione di eletti, la sinistra una proposta alternativa ancora non l’ha. Si spera che qualcuno degli intellettuali alla moda, che oggi lanciano moniti e proclami, dica qualcosa di sinistra, magari prima del semestre di presidenza italiana del consiglio dell’unione europea. che inizierà il primo luglio 2014.

Filippo Manvuller

 


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