Enrico Mentana non se la sente di iniziare il Tg de La 7 dando risalto alla politica, preferisce parlare di Francesco Pinna, un nome fino ad ora sconosciuto e che questa volta avrà in televisione e sui giornali un po’ più d’eco, a differenza delle già 697 vittime, registrate nei primi 9 mesi del 2011, secondo dati appena pubblicati dall’Inail.
20 anni, un ragazzo, uno studente, un operaio.

Non dimentichiamo che per ricostruire l’Italia futura questo ragazzo ha contribuito con la sua vita. E a questo ragazzo l’attuale Italia del precariato ha rubato il futuro.

Mentre l’Italia è chiamata al sacrificio, un ragazzo muore per pagarsi gli studi e la casta non vuole nemmeno toccare il proprio stipendio. Vicende che tolgono il fiato. Imbarazzanti i privilegi della casta in uno scenario di disoccupazione e difficoltà. I tagli sono rigorosi per tutti o meglio per dipendenti e pensionati, perché è noto che i parlamentari hanno detto no al ribasso dei loro stipendi. Le forbici di Monti colpiscono numericamente chi ha poco ma non riescono a sconfiggere le barricate politiche. L’adeguamento agli stipendi europei è rimandato e lontano dalla conclusione.
Loro non pagano mai e chiedono fiducia e voti.

“Non è una tragica fatalità, non è morte bianca, dice Mentana, non sono cose al di fuori della nostra comprensione, le responsabilità ci sono , sono dure e vanno accertate”.






