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Questa notte è morto Federico Tavan.

Creato il 07 novembre 2013 da Annerrima

Questa notte è morto Federico Tavan, che più che un poeta, a me è sempre parso come un’entità sovrannaturale, un miracolo della nostra terra, della lingua friulana, lingua come espressione non tanto di un’identità, la tanto decantata identità di coloro che la vogliono difendere per non «sporcarla» con quella di altri, ma di una personalità propria, di lucide riflessioni sullo stato esistenziale, di emozioni dalle radici ancestrali, emozioni che difficilmente si possono esprimere in una lingua che non è la propria madrelingua. Lucide e al tempo stesso semplicissime – ma la semplicità è qualcosa di complesso da raggiungere, specialmente nella scrittura. Dette in pubblico e su carta con quella follia che ce lo fa amare, come potremmo amare la follia di uno zio burlone e un po’ fuori dalle righe.

È stato merito di Caterina e del suo entusiasmo nei confronti di Federico, se ho conosciuto, letterariamente parlando, questa voce ai margini del coro, che ha vissuto confinata per volontà altrui per anni, poi per volontà propria tra le sue montagne.

E più che di annunci, giustamente sconcertati, su facebook, sui blog, su questo due punto zero di cui forse lui non conosceva neanche il precedente uno punto zero, ci sarebbe bisogno di silenzio, di ascoltare la sua voce, una su tutte, dei suoi boschi – quelli della Valcellina e le montagne che circondano il suo paese. Ci vorrebbe, al massimo, una di quelle voci impostate da vecchio telegiornale o meglio radiogiornale, qualcuno che riportasse alla mente un tempo che c’è stato e non c’è più, un tempo che sapeva essere spietato con i suoi figli come lo è stato con Tavan.

Maledeta chê volta

Maledeta chê volta
ch’ài tacât a scrîve
no parceche
al é mal scrîve
ma parceche
era maledeta chê volta
che ère belsoul
e vaîve
e par chist
‘e scrivêve.

Maledetta la volta

Maledetto il giorno/in cui ho cominciato a scrivere/ non perché/ sia male scrivere/ ma perché/ era un giorno maledetto/ quello in cui ero solo / e piangevo/ e per questo/ scrivevo.

(da Federico Tavan, Augh!, Biblioteca dell’Immagine, Pordenone 2007)

Nella foto in alto: Federico Tavan al Baron Rouge. Foto (C) Danilo De Marco

Tavan a casa che ride, dalla serie Federico ti voglio bene, (C) Danilo De Marco

Tavan a casa che ride, dalla serie Federico ti voglio bene, (C) Danilo De Marco


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