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Questa sera scendo a fare la rivoluzione. Da solo, per cominciare.

Creato il 26 novembre 2013 da Gianlucaweast @gianlucaweast
Mai avuta una carta cliente, niente. Me la tiravo, dentro di me, pensando ai quei poveretti che invece la tirano fuori a ogni benedettissimo pagamento alla cassa. A questa o a quella. E che sorridendo alla cassiera – che non c'entra – danno intanto libero accesso alla propria dentiera (pulita con quale prodotto?), alle proprie ascelle (deodorate con quale roll-on?), al proprio letto (movimentato da amplessi consumati con quale preservativo?), al proprio stomaco (riempito con quali spaghetti, quali surgelati, quale cioccolato, quale sacrosantissimo cazzo di prodotto?). Mai avuta nemmeno una squadra del cuore, non di calcio, non di hockey, puro zero, ci mancherebbe. Altre passioni. Oggi, tuttavia, mi accorgo che il fesso sono io.
Qualche ora fa ero seduto davanti alla consulente della mia (mia, si fa per dire) assicurazione malattia (corna e scongiuri, per quello che valgono e servono, alla mia età, con la mia vita...). Questione di grattarci uno sconticino, due franchi di qua, uno e mezzo di là. E, santiddio, vedi un po' come vanno le cose, uno sconto ci starebbe. Ci starebbe? Ci starebbe. Facciamocelo, allora, questo sconto, cara signora. Pausa. E nuovo paragrafo.
La consulente mi chiede: “Lei ha la carta Manor?”. Ossignur, la cosa? “Nel qual caso le faremmo, caro il mio signor Grossi, un bel dieci percento di sconto”. Scusi, r-i-p-e-t-a. “Un bel dieci percento di sconto”. Ho il cervello che passa in rassegna le mie cardsalla velocità di una mitragliatrice. Senza trovare il bersaglio. “Lei è tifoso dell'HCL?”. Mi scusi? “Ma sì, lei è tifoso dell'Hockey Club Lugano?”. Ma signora, io, io, non lo so, da ragazzo ascoltavo le partite alla radiolina, con l'auricolare che sembrava un catetere infilato nell'orecchio, poi le ho perse, per qualche anno, lavoro all'estero, sa com'è..... “Quindi, niente Manor e niente HCL?”. Nuovo paragrafo.
Niente. E allora: niente sconto. Sulla mia fottutissima salute.
La mamma è morta in aprile. Per fortuna la medicina ha inventato il modo per farci andare via (i somali dicono invece che i morti “si nascondono soltanto”, mi piace come idea) senza davvero capire come ce ne andiamo. Senza soffrire. Possibile? È quello che ci dicono i doctors con facce serissime, facce da paura. Qualcosa gli credo. 
Oggi – proprio oggi – ho ricevuto (intestata alla “comunità ereditaria”, restiamo infatti soltanto mio fratello ed io) una fattura della stessa cassa malattia. Vanno ancora pagati - a sette mesi da quando lei "si è nascosta" - 45 franchi sulle spese originate dagli ultimi mesi che mia madre ha trascorso sulla terra, dagli ultimissimi giorni in ospedale, in un letto - devo dirlo, per correttezza -  che lei trovava "comodissimo". Pagare, gentilissima e ormai evaporata signora Grossi. Si capisce: non aveva la carta Manor e non tifava per l'HCL, non gliene fregava un emerito nulla. A capo due volte.
Ho deciso che manderò la fattura residua alla Manor e all'HCL. È poca roba. La paghino loro. Sicuramente non c'entrano un accidenti, ma allora: perché me li citano prospettandomi lo sconto come fai vedere un salvagente a uno che è in mezzo al mare? È un po' che lo dico, fra le righe e anche meno: rivoluzione! Dobbiamo farla. Se non la facciamo, la fanno loro. Ci fanno fessi loro. Con o senza carta Manor. Con o senza cuore che batte per l'hockey.  Questa sera scendo per strada. Da solo, okay, ma è un inizio. Nuovo paragrafo.
Quei 45 franchi non li pagherò mai. È la prima barricata. In attesa che magari qualche personaggio politico (uno o una che "dedica la propria vita al bene della gente") si faccia vivo. Ultimo paragrafo.
La prossima volta faccio il nome dell'assicurazione. Così magari ci capiamo meglio.
(Se avete fatto simili esperienze scrivete a info(at)weastproductions.tv).

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