Nell’immaginario degli appasionati di moto sono pochi i colori che riempiono la mente. Il bianco-blu della Yamaha, il rosso Ducati e i il verde Kawasaki. E dopo anni di attesa torna a splendere il verdone della casa giapponese.
Qualche decennio fa Finardi cantava “Se solo avessi, un Kawasaki….”. Beh questa canzone è rimasta una bella illusione per parecchio tempo. Le verdi giapponese sono state per anni solo delle comprimarie nei più importanti campionati mondiali di motociclismo. Ma, almeno in Superbike aspettando il rientro nel mondiale prototipi, finalmente un pilota di questa casa è riuscito a vincere il titolo mondiale. L’inglese Tom Sykes, con una bella stagione molto regolare e con molti acuti, è riuscito a primeggiare in questo campionato, esattamente 20 anni dopo l’unico successo Kawasaki in questa categoria con l’americano Russell.
Diciamolo subito, la squadra più forte sicuramente è l’Aprilia, che vince il campionato costruttori e piazza due piloti Laverty e Guintoli sul podio mondiale. Quarto posto per il nostro Melandri su Bmw. A proposito, dopo pochi anni la Bmw ha deciso di abbandonare questo campionato per i troppi soldi da investire per avere una moto competitiva. Speriamo che la casa tedesca ritorni presto sulla sua decisione e riprenda il buon cammino che aveva intrapreso.
Diamo un po di numeri della vittoria di Sykes. 8 pole position su 14 possibilita, 13 giri veloci su 27, 18 podi di cui 9 vittorie 4 secondi posti e 5 terzi. Già da qualche anno il binomio Kawasaki Sykes dimostrava di essere pronto per lottare per i titolo, ma vari problemi, come il consumo eccessivo delle gomme risolto quest’anno, hanno rallentato la corsa del centauro britannico. Per esempio l’anno scorso Sykes ha chiuso la stagione al secondo posto, a solo mezzo punto dal campione Biaggi.
Una nota di colore. Quest’anno il campionato Superbike è stato trasmesso in Italia sulle reti Mediaset, in concorrenza con il Motomondiale, abbandonando la storica vetrina di La7. Al commento tecnico si è cimentato Max Biaggi (buono, ma io personalmente apprezzavo molto di più lo stile e i commenti del pesarese Sanchini). Secondo me questo campionato merita maggior spazio televisivo. Non si deve accontentare di essere una copia del più famoso Motomondiale.
Il campionato Superbike di quest’anno ha visto tanti momenti esaltanti, ma verrà ricordato soprattutto per la grande tragedia della morte di Antonelli nel round russo nella gara della Supersport. Tanto ancora bisogna fare per garantire la sicurezza in pista. Nello specifico mi riferisco al dilettantismo che hanno mostrato i commissari russi. Non si può correre in moto sotto quella pioggia torrenziale.