Questione di lingua

   Soffro quando vedo un abitante di Menton e uno di Ventimiglia comunicare a gesti. Quando vedo il Belgio lacerato dalle divisioni linguistiche, con i poveri francofoni che per trovare lavoro sono costretti a imparare una lingua ostica come il neerlandese, oltre a tutto inutile perché la parlano solo 4 gatti. Quando vedo i bambini spagnoli discriminati nelle scuole di Barcellona perché non sanno il catalano, un’altra lingua inutile perché si parla solo in Catalogna. Quando vedo gente approdata in paesi come la Danimarca, la Svezia o la Norvegia, costretta per sopravvivere a imparare lingue che oltre le frontiere di quei paesi gli permetteranno tutt’al più di comunicare con qualche esquimese. Quando vedo come gli europei, già incapaci di comunicare fra loro e costretti a spendere  milioni in traduttori a Bruxelles per redigere i testi nelle innumerevoli lingue della CEE,  invece di facilitare la comunicazione, si facciano in 4 per creare nuove barriere linguistiche: il gallego, il bretone, il lumbard, il fiammingo, l’aragonese, il nissart, il gavot, il veneto, il basco, il sardo, l’occitano, il gaelico, il provenzale, che qualcuno vorrebbe imporre nelle scuole. Quando vedo come, nel tentativo di superare le barriere, si inventino ridicole lingue artificiali come l’esperanto o il volapuk che ogni tanto qualcuno preleva dal museo degli orrori e cerca di riciclare come se non bastassero le lingue già in circolazione. Quando vedo le grottesche traduzioni del traduttore automatico di Google che in teoria dovrebbe aiutare chi conosce solo la propria lingua materna e invece gli fa prendere fischi per fiaschi.

  L’Africa sarà lacerata dalle etnie, ma come lingue sta molto meglio di noi. Mia moglie, che è africana, con metà dell’Africa parla francese, con l’altra metà parla inglese e con i refrattari alle lingue europee parla swahili, cosa che le permette di comunicare in pratica con tutto il continente tolta forse qualche sperduta tribù di ottentotti. Sapeste come la invidio.

   Dragor

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