Magazine Psicologia

Questione di Senso

Da Davide

A proposito di corpo, una condizione fondamentale dell’essere umano è la consapevolezza o, meglio, la possibilità di consapevolezza presente nella propria esistenza.

Diciamo subito però  che solo potenzialmente siamo esseri consapevoli, non è dato per scontanto, anzi, sembra proprio essere una questione di crescita.

La capacità di essere presente ai propri sensi, di sentire, ovvero la competenza estetica va sviluppata, esercitata. L’organismo animale umano contemporaneo, immerso in un flusso continuo di stimolazioni, per sopravvivenza ha innalzato la soglia del sentire, si è desensibilizzato, proprio attraverso una perdita di consapevolezza, in favore di un esercizio radicalizzato della cosienza, della intelligenza, del pensare sulle cose, e anziché percepire quello che sta di fronte sembra vedere solo quello che ha in testa.

“Torna ai tuoi sensi. Guarda bene. Osserva la realtà, non i tuoi pensieri.” 

   F. S. Perls.

Non che questo significhi non utlizzare le facoltà delle cosiddette funzioni cognitive superiori, ben si intende, lontani da questa prospettiva più che mai, i saggi da sempre ci invitano a non perdere il senso del proprio esistere (ex-sistere, stare fuori) concentrando l’attenzione su quegli specifici contenuti di coscienza chiamati pensieri quando questi non ineriscano la realtà percepita.

Sosan, terzo Patriarca dello zen, afferma:

“non cercate la realtà, smettete soltanto di crearvi opinioni”.

La filosofia del Novecento ha riportato la questione del senso, l’attenzione ai sensi, con l’epistemologia fenomenologica, soprattutto nella tecnica specifica della epochè, descritta come sospensione del giudizio.

La questione non va confusa, non si tratta di morale, ma di estetica della crescita:

quanto maggiore è l’intensità della consapevolezza nell’esperienza dell’ora, tanto maggiori saranno le possibilità che questo processo abbia effetti sull’organismo in modo speciale. Maggiore l’intensità dell’esperienza, maggiore la possibilità di una traccia. (…) chiamiamo tutto ciò processo di eccitamento.

F. S. Perls.

 


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