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Questioni da Central Perk: Sesso o Cibo?

Creato il 05 maggio 2013 da Davideciaccia @FailCaffe

di missannanever

Questo è uno di quei quesiti che prende forma nelle ore di ozio con gli amici, uno di quei dubbi che nasce con ironia e cresce con filosofia. Così come nella puntata di Friends, l’estasi di una succulenta fetta di torta al cioccolato fa sorgere domande inevitabili: quanto è importante il gusto, quanto ne potremmo fare a meno, cosa scegliere tra sesso e cibo?

Adamo ed Eva sancirono la correlazione di questi due elementi, simboleggiata dalla mela tentatrice; Cibo e sesso, gola e lussuria,

chocolat
binomi che si svelano in mille sfaccettature della vita quotidiana, nel modo di relazionare e instaurare rapporti, nel modo in cui definiamo un sottile equilibro tra controllo e repressione o in cui stabiliamo la fonte del nostro appagamento. Due sfere distinte della nostra vita che si incontrano.

Poniamo il caso che ad un passo da un’imminente apocalisse dovessimo decidere se trasferirci sul pianeta Cibo o pianeta Sesso. Il primo, dove ogni piatto ha il suo gusto così come lo conosciamo, le lasagne della mamma sono sempre il conforto domenicale, il latte col caffè l’abbraccio del risveglio, dove la felicità è un bicchiere di vino con un panino e il sesso è un mero gesto meccanico che non regala piacere fisico e men che meno emotivo, ancora più asettico di una stretta di mano; e il secondo, dove al contrario il cibo perde qualsiasi gusto, ci si nutre solo per sopravvivere, con la stessa logica di una flebo. Su quale astronave salire?

La domanda è ovviamente assurda e irrazionale ma garantisce un infittirsi di botta e risposta, a seconda dell’età, del vissuto, dell’approccio alla vita di ciascuno. In entrambi i casi si tratta di una rinuncia considerevole, ma di quale piacere saremmo davvero in grado di privarci per sempre?

cibo
C’è chi giura che non c’è migliore cura di un piatto di pasta per qualsiasi dispiacere, chi non potrebbe mai rinunciare invece al piacere carnale, se pur una buona forchetta.  Per alcuni il discrimine sono le relazioni umane: senza il gusto del cibo la convivialità ne risentirebbe, ma mai quanto l’assenza del piacere sessuale che rappresenterebbe un enorme limite all’instaurarsi di determinati rapporti personali. Altri ne fanno una questione geografica: un inglese sceglierà sempre e solo il sesso, perché non sa cos’è il vero cibo.

C’è chi ritiene il godimento sessuale intenso ma troppo breve rispetto al piacere culinario distribuito in diverse ore. Ad esempio, tra i ferventi sostenitori del pianeta Cibo la motivazione principale è che il mangiare rappresenta un piacere che si ripete più volte al giorno, tutti i giorni. Ogni mattina un uomo si alza e sa che in tre, quattro, cinque momenti della giornata ci sarà un lasso di tempo in cui sarà più o meno appagato del suo pasto. E’ una certezza, un piacere garantito e sicuro quotidianamente. I sostenitori del pianeta Sesso controbattono che sì, se pur la certezza del pasto sia un conforto notevole, il gusto del cibo non raggiunge i picchi di piacere che il sesso può regalare, quindi perché autocondannarsi ad un’ esistenza di piccoli piaceri quotidiani di livello 5-6 quando la vita può offrire tanti o pochi 10?  Vale la pena privarsi anche di un solo 10 nella vita per un 6 sicuro ogni giorno?

Qualunque sarà il “conflitto” che nascerà da un quesito come questo, a cui non c’è una risposta corretta o sbagliata essendo una questione puramente soggettiva, c’è la rassicurazione che, una volta persa quota e tornati sul pianeta Terra siamo rassicurati dal non dover fare una scelta tanto ardua. Ecco così che l’enunciato di Leibniz “viviamo nel migliore dei mondi possibili” assume un significato molto più chiaro e comprensibile…


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