Un gatto, si dice, non ha padroni. Dipende dal fatto che in natura non vive in branco. E’ solitario e cerca i membri della sua specie soltanto per accoppiarsi, così in natura non ha un capo e non ce l’ha nemmeno in casa. Un gatto appartiene soltanto a se stesso. Ma questo non significa che il tuo convivente felino sia uguale ai gatti che non ti conoscono. Al contrario, c’è una differenza enorme.
Se lo tocchi mentre mangia, smette di mangiare e cerca le tue carezze: “Preferisco l’amore.” Se gli tiri la coda, non si rivolta come un gatto estraneo ma si rotola sul dorso guardandoti con un’espressione scherzosa: “Hai voglia di giocare con me?” Sa che non puoi fargli del male. Se lo accarezzi mentre dorme, lo senti vibrare di piacere anche se non apre gli occhi. Se torni dopo qualche ora di assenza, ti corre incontro miagolando dolcemente: “Temevo che mi avessi abbandonato!” Se batti sulla tastiera del computer o suoni il pianoforte, passeggerà sulla tastiera o sui tasti: “Posso aiutarti?” Se scrivi una lettera, ci sono buone probabilità che si acciambelli sul foglio: “Io sono più importante!” Se per sbaglio gli pesti una zampa, caccia uno strillo ma subito dopo si strofina contro la tua gamba: <<So che non lo hai fatto apposta.” Se guardi la TV, per un po’ passeggerà per la stanza, poi si acciambellerà sul tavolino voltando le spalle al video mentre ti fissa con i grandi occhi pieni di dolcezza: “Preferisco guardare te.” E quando vai a letto, se non lo mandi via, sarà felice di occuparne una piccola parte per farti compagnia durante la notte. Al mattino ti toccherà il naso con il suo piccolo naso freddo mentre vibra di piacere per la tua vicinanza: “Buongiorno!”
Questo è il tuo gatto. Il tuo e nessun altro.
Dragor
A Léo
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COMMENTI (1)
Inviato il 01 settembre a 00:36
hai fatto veramente un ritratto realistico dei meravigliosi mici di casa:))