Oggi è stata rimandata la TAC di mamma per la terza volta.
Vediamo la semplice cronaca.Arrivo in ospedale.
Salgo al secondo piano a urologia. Naturalmente sono in camice, per avere libero accesso a tutti i reparti indipendentemente dagli orari. Arrivo nella sala infermieri del reparto e chiedo se mamma è pronta per fare la TAC. Manca ancora un esame delle urine mi dicono. Mi dicono che posso provare a passare in laboratorio a vedere perchè non l'hanno fatto.
[Io devo passare, non loro, dopo che mamma ha fatto 2 clisteri e preso 3 bentelan].
Scendo, piano terra, laboratorio. Chiedo dell'esame. Parlo con il tecnico di laboratorio che mi risponde che da una settimana manca il reattivo chimico, non è colpa sua.
Ritorno al secondo piano. Parlo con il medico che mi dice che a questo punto la tac non si sa quando si farà (eh? è un sospetto di tumore, mica un mignolo fratturato!). Chiedo se posso prendere la pipì e farla analizzare fuori. Mi dicono di andare a chiedere in radiologia.
Piano terra, radiologia, parlo con il tecnico della TAC, che mi risponde: si, basta che il laboratorio si prende la responsabilità. Che tradotto significa - sti cazzi -
Torno al secondo piano, parlo di nuovo con il medico, il quale da tutta la mattina fa due cose: mi dice dove andare, mi dice che non è colpa sua.
In ospedale tutti ci tengono a dire che la colpa non è la loro. Sono veramente preoccupatissimi che qualcuno possa ricordargli che hanno una qualche responsabilità...
Lievemente irritata, ma con un self control davvero affascinante, dico al medico che non ho particolare interesse a scoprire di chi sia la responsabilità, ma sono colpita da un'esigenza un po' più pressante: FARE LA TAC.
Allarga le braccia.
Sbatto le ciglia.
Chiamo mio padre e gli dico di venire in ospedale.
Confabuliamo tra di noi, pianifichiamo una strategia.
Rientro in reparto, mio padre minaccia sottilmente il medico, il quale scende seguita da me fino in laboratorio.
Conquistiamo porta dopo porta il laboratorio di analisi fino ad entrare nel cuore del reparto, dove ci sono le macchine. Parlo con il tecnico. Non solo l'analisi di mamma non è pronta, ma la sua pipì è andata dispersa.
Risalgo in urologia con l'ordine di farle fare la pipì. Fa la pipì, prendo la pipì, porto la pipì, di nuovo giù in pianoterra. Consegno la pipì, il tecnico mi guarda e mi dice che in realtà non serve, l'analisi è pronta, il medico ha dimenticato di refertarla.
Intanto si è fatta l'una e mamma ha perso il turno in radiologia.
Il laboratorio di analisi è giusto davanti alla cappella. Ah, fossi avvezza anche io alle bestemmie, la mia avrebbe avuto un grande contesto in cui manifestarsi...
In tutto questa tragedia surreale, tutti i medici con cui parlavo, iniziavano il discorso così: - Non è mia responsabilità - Non ascoltavano nemmeno quale fosse il mio problema, non mi lasciavano nemmeno finire, neanche dire il nome di mamma. Mi mostravano questo palmo e mi dicevano: io non c'entro.
NESSUNO ha detto: adesso risolviamo.
Ho portato la pipì di mia madre su e giù per l'ospedale perchè i personale (appalto esterno) che fa queste cose in ospedale può farti aspettare anche 2 ore, come ha aspettato mia madre su una sedia a rotelle in mezzo al corridoio del reparto in attesa che giungesse il tizio per spingerla.