A Betty, che senza saperlo mi ha dato lo spunto per il momento “Rabbia Diabolica”.
E adesso qualcuno mi spieghi. Ho proprio bisogno di uno squarcio di luce ad illuminare l’oscurità dell’ignoranza. Mais pourquoi, mais pourquoi. Perché tutti i libri dichiarati come “narrativa per ragazzi” devono essere talmente, irrimediabilmente, inconfutabilmente, chiaramente così stupidi? E’ un dubbio che mi attanaglia da un po’.
Un tempo Platone disprezzava l’uso della scrittura, per lui era solo un insieme di trattini indegni di rappresentare il pensiero: sfogliando certi wannabe scrittori viene quasi da dar ragione al famoso filosofo. Alcuni aborti del pensiero che nascono dalle tastiere (mai dalle menti) di qualche sfigatiello non possono per nulla definirsi libri, bensì poco meno che rutti di cervo.
Ora: i gusti son gusti. Un libro può piacere o no. Però, lasciatemelo scrivere, due sono le cose che più sento il dovere morale di denunciare:
1. I poveri ed innocenti alberi che vengono abbattuti, creando danni incalcolabili alla natura e all’umanità, per dare alle stampe dei veri insulti all’intelligenza umana come questo.
2. L’idea di fondo che tutti gli adolescenti siano stupidi/ignoranti/caproni/vuoti/senza pretese letterarie/eccetera eccetera, scegliete voi l’ipotesi peggiore. Non per fare la fighetta, ma vi basterà leggere qualcosina in questo blog (sissignore, la scrivente ha quindici-anni-quasi-sedici) per smentire in blocco qualsiasi illazione del genere. Spiegatemi perché, se una persona ha dai 13 ai 18 anni, deve per forza rientrare nella categoria dei cretini. Ma vi siete visti voi, cosiddetti adulti che infangate il buon nome degli adulti veri? Sarete mica tutti dei diamanti grezzi. Anzi, più generalizzate sull’età in cui navigo, più ci fate la figura dei grulli.
Sono la prima a scherzare su me stessa e sui miei coetanei, a prendere in giro le nostre pare, le nostre difficoltà, la voglia di sembrare più grandi. Però, da qui a dire che siamo tutti cojones ce ne passa. Guardate fin dove mi spingo: pur di spiegare meglio il concetto, uso addirittura la temibile Miss Matematica. Piccola proporzione:
Numero di adulti cretini : Totale adulti = Numero adolescenti cretini : Totale adolescenti
Traduco. Il numero di adulti cretini sta al totale degli adulti viventi come il numero di adolescenti cretini sta al totale degli adolescenti altrettanto viventi. Non è difficile. Sono grandezze direttamente proporzionali. Più aumenta una, più aumenta l’altra. Non chiedetemi come ci sono arrivata, non lo so manco io.
Il punto è questo: per le case editrici la suddetta proporzione non esiste. Tutti gli adolescenti sono cretini. Ed io, in quanto orgogliosamente non cretina, mi sento piuttosto offesa. Ormai dei vomiti di cinghiale firmati Federico Moccia se n’è parlato e riparlato, e se le grandi case editrici decidono (ogni morte di Papa) di puntare su un qualche esordiente per la narrativa giovanile, mi vanno a tirar fuori gente che con la scrittura ci azzecca quanto Bill Gates c’entra con la Apple. Fantasy? Voilà una certa Licia Troisi, fortunatissima che non fa in tempo a spedire il manoscritto e già ha il libro fresco di stampa. S’intende di armi come Topo Gigio. E scusate se da una scrittrice di fantasy e guerra mi aspetto almeno una minima nozione sull’arte militare. Gli euro spesi peggio in tutta la mia libreria personale sono quelli per il suo pseudolibro. Romanzi rosa? Tatan, sbuca dal cilindro tale Rossella Rasulo, esponente importantissima del “non sono bimbominkia perché non uso la k”… qualcuno le spieghi che per scrivere bene serve qualcosina in più del che accessoriato con c+h. Una produzione letteraria profonda come i pensieri di Noemi Letizia, e ho detto tutto. Chissà se il “libro” della Rasulo, compreso l’ultimo di Moccia, è utile almeno per accendere un falò.
Concludo, come è ormai prassi (vedi qui), con un appello: ci sono ragazzi a cui piacerebbe leggere qualcosina di più. E’vero, si possono sempre scegliere libri per adulti, ma almeno fate nascere nelle nuove generazioni l’amore per la lettura. Abbandonate il credo del “guadagno ad ogni costo” e del famoso “qualsiasi cosa va bene per i giovani, purché comprino”. Ve lo chiedo per favorissimo. M’inginocchio, anche sui ceci, se volete. Non tanto per me, che ci ho fatto il callo e ormai leggo prevalentemente libri “da grandi” (grazie, Madre Natura, di avermi donato una mente perversa sin da piccola). Quanto per i ragazzini, i preadolescenti e i bimbi, che si affacciano o si stanno per affacciare alla finestrella della narrativa giovanile. Non rendiamoli tutti bimbiminkia, per l’amor del Cielo. O i libri uccideranno davvero, senza dover necessariamente crollare sulla zucca di qualcuno.
That’s all, folks.