Pensieri sparsi del rientro si susseguono nella mente. Il giorno fatidico è stato un turbinio di annotazioni su cose che "dovevo fare".
Ritornare in quella che considero casa mia constatando di essere stata via ben due mesi è a tratti surreale.
Per esempio:
- entrare in casa e, a parte la puzza di chiuso e lo sporco che ti aspettavi, trovare l'albero di Natale ancora montato, quando già aleggia nell'aria Primavera, ha un effetto inspiegabilmente deprimente (prendo nota: affrettarsi a disfarlo).
- Avere la sensazione di sospensione nel tempo: ma coma marzo? Dove sono finiti gennaio e febbraio?
- Non ricordavo che casa nostra facesse
così schifocosì tanto schifo. - Non ricordavo che casa nostra fosse così piccola.
- Non ricordavo... così incasinata.
- Qualcuno lassù deve essersi scordato di mandarci l'inverno quest'anno (scusatemi, io nevicate sul livello del mare e temperature siberiane un po'ovunque me le sono perse).
- Ma dov'è che tenevamo le pentole piccole? (Ah, già: dentro il forno).
- Ma dove tenevamo il tegamino per il latte? (Ah, già: appeso sopra al lavandino).
- Ma dove sono finiti tutti i bicchieri? (Ah, già: il crollo del ripiano).
Due settimane a Roma e sono riuscita a mala pena a vedere la mia amichetta, che abita alla distanza minima sindacabile da casa mia, per gli standard della città; due giorni a Pisa mi sono bastati per incontrare e scambiare convenevoli con:
- la panettiera;
- il "ragazzo" della macelleria;
- il dottore libico di ritorno da un master in Spagna;
- l'amica che non sentivo da mesi e che credevo in Australia;
- l'ex collega di lavoro di anni fa che ora lavora in nota libreria della città;
- la vicina del piano di sotto;
- la dirimpettaia signora Mimma;
- il Vichingo della lavanderia.
Molte cose sono rimaste uguali, chissà perchè pensavo dovessero cambiare. Molte però sono cambiate, a cominciare dalla bambina che si aggira per casa, che già arriva a prendere da sola il bicchiere con il succo di frutta da sopra il tavolo, e a rovesciarselo addosso, per la quale i giochi e le abitudini che avevamo prima sembrano non andare più bene: occorrerà ritarare il tutto.
Constatare che:
- l'80% della posta è costituita da bollette insolute, solleciti di pagamento, intimazioni e minacce se non paghi subito.
- L'addebito sul suo c/c non è andato a buon fine (strano: sarà mica perché era vuoto?) e quindi le comunichiamo l'interruzione del servizio internet.
- Cavolo: sono senza rete.
- Ma dov'è che tenevo le fatture?
- La pupa ha praticamente più libri di me.
- Che strano essere solo in due...
- Come se avessi perso dei pezzi per strada (Hasuna in Libia, Panzumen a Roma)
- Io, Zorro e pupa ce la spasseremo.
- Il frigo pieno d'acqua e muffa da pulire.
- Il frigo per la lunga inattività è impazzito: crede di essere un congelatore. Le mie zucchine sono diventate stalattiti, la rubiola di pupa un sorbetto al formaggio.
- Prima cosa domani: fare la spesa.
- Chissà se mi hanno rubato la bicicletta.
- Accidenti: d'ora in poi non possiedo più un'autovettura (sarà dura).
- Ma come faceva prima tutta questa roba a stare nei cassetti?
- Basta: domani svuoto gli armadi e butto via il superfluo.
- Cosa ci fa una sega da legno sulla cucina a gas?
- I vestiti della pupa sono diventati piccoli: urge corsa agli sgoccioli dei saldi.
- Le piante invocano acqua.
- Devo ancora cambiare il calendario
- Domani mi compro un'agenda (saranno ancora in vendita?)
- Non ricordavo di aver lasciato tutti questi panni da lavare... (Hasunaaaaa!)
- Acc'! La lavatrice è ancora rotta! (Strano non si sia aggiustata da sola nel frattempo).
- Domani devo andare in lavanderia.
- Ma siamo proprio sicuri che la casa era davvero così piccola?
- Possibile che non ci sia una sola sedia che non sia rotta?
- Che bello però, è quasi primavera.
- I cinesi del piano di sotto sono diventati un miliardo (quindi ora nel mondo dovremmo essere arrivati a 7 miliardi...)
- Chissà se poi sono davvero cinesi o da chissà dove in estremo oriente?
- Però salutandomi han detto "buongiolno", quindi a rigor di logica...
- Questo non significa niente, comunque è bello trovare ancora gente che quando ti incontra per strada ti saluta.
- Sarà vero che i cinesi mangiano i gatti? (Zorrooooo!)
- E meno male che non mi ritengo un persona con pregiudizi razziali.
- In ogni caso sarà meglio tenere d'occhio Zorro.
- Ci mancherà Panzumen (Naaaaa!)
- E ora mi cerco un lavoro! (Ah ah ah!)
- Ma come faccio a cercarlo se non ho la connessione (eh, oggigiorno signora mia, se non usi il computer, sei tagliato fuori!)
- Il rientro al nido sarà doloroso.
- Anche il mio maldischiena (ben tornato, dove sei stato?)
- Toh, anche il catarro della pupa (ci eravamo salutati in Libia, se non sbaglio... qual buon vento? Ah, già: il vento!)
- Tutto sommato è bello essere a casa.
- Tutto sommato è bello il nostro Paese.
- Anche il nostro clima, malgrado l'umidità.
- La nostra gente invece sarebbe più bella se sorridesse un po' di più (' cazzo ti sorridi, co' sta crisi?)
Quando manchi così a lungo da un posto riesci ad apprezzarne anche gli aspetti che altre volte hai mal tollerato...
Stralci di conversazione per strada, un accento che ora mi suona insolito, argomenti intuibili, sempre i soliti:
- O quant'ha?
- Quindici'anni, sicchè, tu poi capì...
- Eh, d'altro canto co'sta crisi...
- Oimmena, che llavori!
Toh, guarda: hanno finito i lavori davanti all'ufficio postale. Non credevo ce l'avrebbero mai fatta (Dio è grande!)
Beh, così è una figata! (A presto servizio fotografico... ah, no: non ho la fotocamera, dimenticavo).
In una sola mattinata svolta la metà delle commissioni che mi ero riproposta, a Roma non ne avrei fatta mezza.
Amo questa città!
E' bello essere a casa.