ho fatto un viaggio rapido e comodo: alle tre ero a firenze, alle 18.15 ero a novara.
poichè viaggio per lavoro ho dirittto alla prima classe, così ho potuto sperimentare personalmente ancora una volta il principio di aufbau (omaggio al 2011 anno mondiale dei nerd) dell’agiatezza: le carrozze di prima classe sono spesso quelle in fondo al treno, così qualche minuto prima dell’arrivo, ci si deve posizionare in corrispondenza della carrozza assegnata.
si parte tutti insieme e la folla si screma mano mano che si scorre il treno.
a metà treno rimaniamo sempre io, qualche vecchio signore con la borsa di cuoio e qualche giovane con la borsa di stoffa ma fica, tipo piquadro insomma o mandarina duck, con dentro il computer.
(le borse piquodro e mandarancia drink si fermano di solito alle prime carrozze).
a fine treno siamo sempre io e il vecchio.
c’è un’altra considerazione da fare sui viaggiatori… che vorrei che provaste a commentare.
se viaggio in aereo c’è sempre una hostess, all’entrata che chiede: “giornali?”
e tutti, TUTTI, dicono gentilmente:
“repubblica, grazie”.
sull’eurostar passano invece gli dei ragazzi col carrello, dal bellissimo accento partenopeo:
“signò, un giornale?”
e tutti, TUTTI, rispondono:
“repubblica, grazie”.
ora quindi il dubbio è: non sarà che siamo tutti in viaggio quelli che leggono repubblica?
oppure la gente si vergogna a leggere “il giornale”?
(non credo, chi legge il giornale raramente sa cosa sia il senso della vergogna, non avrebbe senso altrimenti).
oppure, ancora peggio: non sarà che noialtri che si legge repubblica siamo una minoranza radical chic del piffero che ha un buon lavoro, viaggia spesso, possibilmente in prima classe e non ha capito un cazzo della ggente che invece legge il giornale e “chi” e “verissimo”?
oppure peggissimo: non sarà che io sono una radical chic del cavolo E NE VADO PURE FIERA, che di sta gente che legge il giornale mi incomincia a importare una bella sega, in fin dei conti se siamo nei guai è colpa loro che vadanammoriammazzzati accidenti a tutte le loro corna? ai posteri (e a voialtri) l’ardua sentenza.
sono scesa a milano e avevo una mezz’oretta da aspettare. ho visto la stazione, con bersani in bianco e nero e in maniche di camicia, ho sentito la gente parlare strano e mi sono sentita, come al solito, totò col colbacco.
è inutile, viaggio da una vita, sono stata a tokyo, a chicago, a mumbay, a istanbul, a parigi, a barcellona, ma a milano mi sento sempre un pesce fuor d’acqua.
a milano la gente ti urta, non so perchè, a tokyo erano dieci volte più numerosi e mai nessuno mi ha urtata, qui pare che non sappiano calcolare le distanze, o forse è a tokyo che sono dei maestri di tedeschitudine.
insomma, eccomi al nord.
scesa dal treno a novara ho mandato un bacino a garibaldi e mi sono avviata verso l’hotel.
è molto rassicurante dormire in un hotel dove si è già stati bene, ci si aggrappa a quel che si può quando si viaggia tanto e perfino le mattonelle già viste di un bagno ti fanno un pochino sentire a casa.
novara mi piace a dire il vero, è tranquillizzante nella sua borghese sonnolenza, se fossi a lucca avrei già urlato come una pazza, ma questa non è la mia città, è la città di qualcun altro, che si lamenti lui.