Che questo fosse un governo di pasticcioni lo sappiamo da sempre. Che i suoi ministri fossero personaggi da Billionaire e non statisti, ormai lo hanno capito anche le casalinghe del Worchestershire. Che fra le pieghe della loro psiche si annidasse un morbo chiamato menzogna, quello che mette a dura prova il funzionamento della Corteccia Cingolata Anteriore, è un dato scientificamente provato. Ma che potesse fare carta straccia dei trattati che stipula, com’è successo con quello con la Libia, supera qualsiasi considerazione psichiatrica per entrare di forza nell’ambito della delinquenza internazionale. Allo smemorato popolo italiano ci permettiamo sommessamente di ricordare quanto segue. Il 30 agosto 2008,GheddafieBerlusconifirmarono aBengasi il Trattato di Amicizia e Cooperazione. Come stabilisce la nostra Costituzione (e il diritto internazionale), un trattato per essere valido deve essere sottoposto alla ratifica parlamentare. Facciamo un esempio. Berlusconi e Putin sottoscrivono un trattato che prevede la libera circolazione delle mignotte alle quali i due governi forniscono speciali lasciapassare, quasi un passaporto diplomatico. Nel trattato si prevede anche che condizione indispensabile per la circolazione è avere meno di vent’anni. Ebbene, l’atto bilaterale per entrare in vigore deve recare in calce il sigillo dei rispettivi parlamenti che, visti i precedenti delle modifiche a maggioranza di alberi genealogici, rappresenta un’inezia, sia per Silvio che per Vlady. Il trattato di amicizia Italo-Libico è stato infatti ratificato dal parlamento italiano il 6 febbraio 2009 e dal facente funzioni (del parlamento libico, cojonello Mu’ammar Gheddafi) il 2 marzo, durante una delle decine di visite di Berlusconi aTripoli. Qualcuno ricorderà l’enfasi con la quale Massimo D’Alema (sempre lui, poffarbacco), sostenne la ratifica di un accordo che avrebbe chiuso, di fatto, più di quarant’anni di “screzi” con i nostri vicini del Mediterraneo, l’obbligo imposto a tutti i parlamentari del Pd di votare a favore, le parole di elogio che ebbe per il risultato raggiunto e per il quale, tenne a ricordare, il governo Prodi si era battuto strenuamente. A chi oggi ricorda al “vincente” D’Alema le parole pronunciate in quella occasione, vengono mostrate solo le spallucce e non viene data nessuna risposta. Quel trattato, che venne votato a larghissima maggioranza (oltre 500 voti favorevoli), contiene due articoli, il 3 e il 4, che vale la pena ricordare. L’articolo 3 recita: “Le Parti si impegnano a non ricorrere alla minaccia o all'impiego della forza contro l'integrità territoriale o l'indipendenza politica dell'altra Parte o a qualunque altra forma incompatibile con la Carta delle Nazioni Unite”. Mentre l’articolo 4 prevede espressamente che: “1. Le Parti si astengono da qualunque forma di ingerenza diretta o indiretta negli affari interni o esterni che rientrino nella giurisdizione dell'altra Parte, attenendosi allo spirito di buon vicinato.2. Nel rispetto dei principi della legalità internazionale, l'Italia non userà, ne permetterà l'uso dei propri territori in qualsiasi atto ostile contro la Libia e la Libia non userà, né permetterà, l'uso dei propri territori in qualsiasi atto ostile contro l'Italia”.Se non abbiamo perso l’uso della ragione e soprattutto della logica, cosa peraltro probabile vivendo quotidianamente a contatto con la schizofrenia governativa, l’Italia ha violato le norme principali del trattato e lo ha fatto senza ricorrere, come avrebbe dovuto, al Parlamento che o ne dichiarava la nullità o la sospensione momentanea. La decisione della sospensione, invece, chi l’ha presa? Gnazio La Russa e Franco Frattini di persona personalmente, i quali, nel caso specifico il ministro della Difesa Gnazio, si ritrova ora in una sgradevolissima posizione: da una parte è costretto a bombardare la Libia come conseguenza delle decisioni cervellotiche del Padrone, dall’altra, non avendo la sospensione dichiarata, ma mai ratificata dal parlamento, alcun valore giuridico, è costretto a difendere la Libia dai bombardamenti dei suoi Tornado, una sorta di Italia A contro Italia B che non si capisce dove possa portare se non in manicomio. Noi abbiamo provato a immaginare uno scenario. I Tornado italiani attaccano le forze armate del Cojonello che vengono protette dall’artiglieria antiaerea dell’Esercito italiano alla quale danno man forte i Lagunari che, su un braccio portano lo scudetto tricolore, mentre sull'altro espongono la bandiera della Jamahiriya. Non è un film, solo la conseguenza dell’aperta violazione di un trattato internazionale non sospeso né “congelato” dal parlamento. Ma da Silvio è possibile pretendere un solo atto che abbia una logica? Prendiamone atto, è nata ufficialmente la politica internazionale creativa.
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Qui Roma: OK Tripoli abbiamo un problema, dobbiamo bombardarvi
Creato il 28 aprile 2011 da Massimoconsorti @massimoconsorti
Che questo fosse un governo di pasticcioni lo sappiamo da sempre. Che i suoi ministri fossero personaggi da Billionaire e non statisti, ormai lo hanno capito anche le casalinghe del Worchestershire. Che fra le pieghe della loro psiche si annidasse un morbo chiamato menzogna, quello che mette a dura prova il funzionamento della Corteccia Cingolata Anteriore, è un dato scientificamente provato. Ma che potesse fare carta straccia dei trattati che stipula, com’è successo con quello con la Libia, supera qualsiasi considerazione psichiatrica per entrare di forza nell’ambito della delinquenza internazionale. Allo smemorato popolo italiano ci permettiamo sommessamente di ricordare quanto segue. Il 30 agosto 2008,GheddafieBerlusconifirmarono aBengasi il Trattato di Amicizia e Cooperazione. Come stabilisce la nostra Costituzione (e il diritto internazionale), un trattato per essere valido deve essere sottoposto alla ratifica parlamentare. Facciamo un esempio. Berlusconi e Putin sottoscrivono un trattato che prevede la libera circolazione delle mignotte alle quali i due governi forniscono speciali lasciapassare, quasi un passaporto diplomatico. Nel trattato si prevede anche che condizione indispensabile per la circolazione è avere meno di vent’anni. Ebbene, l’atto bilaterale per entrare in vigore deve recare in calce il sigillo dei rispettivi parlamenti che, visti i precedenti delle modifiche a maggioranza di alberi genealogici, rappresenta un’inezia, sia per Silvio che per Vlady. Il trattato di amicizia Italo-Libico è stato infatti ratificato dal parlamento italiano il 6 febbraio 2009 e dal facente funzioni (del parlamento libico, cojonello Mu’ammar Gheddafi) il 2 marzo, durante una delle decine di visite di Berlusconi aTripoli. Qualcuno ricorderà l’enfasi con la quale Massimo D’Alema (sempre lui, poffarbacco), sostenne la ratifica di un accordo che avrebbe chiuso, di fatto, più di quarant’anni di “screzi” con i nostri vicini del Mediterraneo, l’obbligo imposto a tutti i parlamentari del Pd di votare a favore, le parole di elogio che ebbe per il risultato raggiunto e per il quale, tenne a ricordare, il governo Prodi si era battuto strenuamente. A chi oggi ricorda al “vincente” D’Alema le parole pronunciate in quella occasione, vengono mostrate solo le spallucce e non viene data nessuna risposta. Quel trattato, che venne votato a larghissima maggioranza (oltre 500 voti favorevoli), contiene due articoli, il 3 e il 4, che vale la pena ricordare. L’articolo 3 recita: “Le Parti si impegnano a non ricorrere alla minaccia o all'impiego della forza contro l'integrità territoriale o l'indipendenza politica dell'altra Parte o a qualunque altra forma incompatibile con la Carta delle Nazioni Unite”. Mentre l’articolo 4 prevede espressamente che: “1. Le Parti si astengono da qualunque forma di ingerenza diretta o indiretta negli affari interni o esterni che rientrino nella giurisdizione dell'altra Parte, attenendosi allo spirito di buon vicinato.2. Nel rispetto dei principi della legalità internazionale, l'Italia non userà, ne permetterà l'uso dei propri territori in qualsiasi atto ostile contro la Libia e la Libia non userà, né permetterà, l'uso dei propri territori in qualsiasi atto ostile contro l'Italia”.Se non abbiamo perso l’uso della ragione e soprattutto della logica, cosa peraltro probabile vivendo quotidianamente a contatto con la schizofrenia governativa, l’Italia ha violato le norme principali del trattato e lo ha fatto senza ricorrere, come avrebbe dovuto, al Parlamento che o ne dichiarava la nullità o la sospensione momentanea. La decisione della sospensione, invece, chi l’ha presa? Gnazio La Russa e Franco Frattini di persona personalmente, i quali, nel caso specifico il ministro della Difesa Gnazio, si ritrova ora in una sgradevolissima posizione: da una parte è costretto a bombardare la Libia come conseguenza delle decisioni cervellotiche del Padrone, dall’altra, non avendo la sospensione dichiarata, ma mai ratificata dal parlamento, alcun valore giuridico, è costretto a difendere la Libia dai bombardamenti dei suoi Tornado, una sorta di Italia A contro Italia B che non si capisce dove possa portare se non in manicomio. Noi abbiamo provato a immaginare uno scenario. I Tornado italiani attaccano le forze armate del Cojonello che vengono protette dall’artiglieria antiaerea dell’Esercito italiano alla quale danno man forte i Lagunari che, su un braccio portano lo scudetto tricolore, mentre sull'altro espongono la bandiera della Jamahiriya. Non è un film, solo la conseguenza dell’aperta violazione di un trattato internazionale non sospeso né “congelato” dal parlamento. Ma da Silvio è possibile pretendere un solo atto che abbia una logica? Prendiamone atto, è nata ufficialmente la politica internazionale creativa.
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