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Quinto potere: recensione del film

Creato il 30 dicembre 2011 da Cavaliereoscurodelweb
Quinto potere: recensione del film
Quinto potere (Network) è un film del 1976 diretto da Sidney Lumet.
Trama
Howard Beale, commentatore televisivo stanco e sfiduciato della UBS di Los Angeles, un'importante rete nazionale appena acquistata da un'altra società, viene licenziato con un preavviso di due settimane, dopo undici anni di presenza sui teleschermi. L'indice di gradimento della sua trasmissione è sceso troppo. Tuttavia, prima di congedarsi e senza preavvertire colleghi e superiori, Beale annuncia in diretta il proprio suicidio, che avrà luogo, dice, fra una settimana. Scoppia uno scandalo: Beale viene costretto a smentire il suo sensazionale annuncio il giorno dopo, durante una trasmissione in cui rivela ai telespettatori, con un linguaggio piuttosto greve, il proprio licenziamento. Diana Christensen, giovane e rampante responsabile dei programmi (fra i quali tuttavia non sono inclusi i notiziari) fiuta l'affarone; Frank Hackett, proconsole dei nuovi padroni nella UBS, l'appoggia mentre Max Schumacher, amico e superiore diretto di Howard, perde il posto per essersi rifiutato di accettare il massacro intellettuale del medesimo (si consola tuttavia divenendo l'amante della nuova star del management della rete: Diana Christensen). In un rivoluzionario giornale-spettacolo, messo insieme cinicamente da Diana, sotto la cui direzione sono passate anche le trasmissioni di cronaca, il presentatore diventa l'ascoltatissimo "pazzo profeta dell'etere" (ma in inglese mad può anche significare "incazzato", in riferimento alle stesse parole che aveva proferito in precedenza).
Le sue feroci critiche, mentre entusiasmano il pubblico, allarmano i vertici e il presidente della UBS, Arthur Jensen, con il quale il subordinato Hackett ha uno stretto legame, induce il divo a propagandare la sottomissione al sistema. L'UBS, che aveva visto le sue sorti brillantemente risollevatesi grazie all'alto share di ascolto raggiunto dalla trasmissione, un po' pazzoide e di stampo anarchico-rivoluzionario, di Howard (e quindi un forte incremento delle relative entrate pubblicitarie), subisce un nuovo, lento declino; ma Jensen, che ha personalmente convinto Howard a cambiare indirizzo (nei contenuti, non nella forma) non recede dalla linea: Howard deve continuare il suo show, anche se calano gli ascolti. Diana, Frank e gli altri responsabili della rete decidono che l'unica possibilità di salvezza per l'UBS sta a questo punto nell'eliminazione fisica di Howard, della quale incaricano alcuni componenti di un gruppo terroristico specializzato in rapine e rapimenti, che erano stati scritturati dalla stessa Diana per fornire alla rete le riprese in diretta dei loro assalti. Durante il suo show, due killer del gruppo sparano ad Howard uccidendolo. Il commento finale è affidato alla voce fuori campo, che ha sempre, discretamente, accompagnato le vicende del film: «Questa è la storia di Howard Beale, il primo caso conosciuto di un uomo che fu ucciso perché aveva un basso indice di ascolto.»
Curiosità sul film
Questo film ha vinto molti riconoscimenti; ecco una lista.
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