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Quirico e i dubbi sul colpevole.

Creato il 09 settembre 2013 da Lucaralla @LAPOZZANGHERA

Quirico liberato e’ una grande notizia.

Pochi riemergono liberi dal pantano di una guerra in atto,dopo che sono stati rapiti e messi alla merce’ di bande rivali tra di loro.

Quirico ci dice anche cose importanti circa la Siria.

Non e’ piu’ una guerra tra  fazioni,una guerra dove ci si uccide per salvaguardare spazi di predominanza religiosa in questo paese.

E’ qualche cosa di piu’ pericoloso,qualche cosa che adesso forse non e’ piu’ gestibile.

Ancora piu’ clamore fanno le dichiarazione del suo compagno di sventura,che affermando di aver sentito nettamente dai ribelli di essere stati loro ad usare le armi chimiche in quel maledetto giorno di Agosto,mettono in discussione le stesse prove americane.

I ribelli,quindi,possibili carnefici dello stesso loro popolo.

Un modo  operativo veramente discutibile,dove il corpo avvelenato del fratello,diventa l’arma del giudizio e delle ritorsioni verso Assad.

Chissa’ se Obama avra’ ascoltato cio’ che ha detto questa persona e magari possa farsi una domanda dentro se stesso,e cioe’  se e’ veramente motivata da un fine giustizionalista,basato su prove certe contro il regime,il possibile e paventato attacco che verra’.

La Siria ci mette alla prova anche moralmente a noi comuni mortali che viviamo in pace.

Siamo pacifisti e contro l’azione militare,ma anche vendicativi contro chi ha commesso tali brutalita’.

Se dovesse emergere con certezza il colpevole,forse potremmo anche capire un attacco o no.

Potremmo schierarci dalla parte dello zio Sam,che grazie alla sua potenza militare,rimette in riga un paese che ha in Assad un falso difensore dei diritti umani.

Cosa contraria se dovesse apparire chiara la colpa del regime per questa atrocita’,dovremmo comunque chiederci come mai si e’ aspettato tanto a condannare lo stesso Assad per i suoi crimini precedenti,crimini mai denunciati mediaticamente come ora.

Ribelli e Assad  sulla stessa bilancia,sulla stessa barca della morale che ora vira da una parte,ora dall’altra.

Alla fine,in questo grande bailame,mi viene in mente Gino Strada.

Un uomo che nelle emergenze quotidiane,affronta la morte come una sfida,cercando di strapparla addosso a ogni persona che entra nei suoi ospedali in Afghanistan.

Un uomo che non vede il colpevole,ma la vittima di turno,del regime o dei ribelli.

Domenico Quirico



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