Quisquilie

Politicamente è cambiato poco in questi giorni, morte di Cossiga a parte. Prima di Ferragosto mi chiedevo quale fosse il senso dell’invocazione – da parte di diversi esponenti della maggioranza – del voto anticipato. Ovvio: il senso è chiaro. Non capisco, semmai, il motivo per cui i cittadini debbano rendersi partecipi di tali quisquilie, soprattutto in piena crisi economica. Se lo sta chiedendo anche Stefano, su Sfera pubblica.

Il fallimento della classe dirigente attuale emerge con deflagrante potenza: mentre il mondo intero cerca di uscire dalla crisi economica, il governo italiano si incarta sul dibattito della giustizia, proseguendo nella tanto cara corsa a chi è “più garantista” o “più giustizialista”. Un balletto tanto fastidioso da debordare nel patetico. La miopia sull’interesse generale è innegabile: i cittadini vorrebbero garanzie sullo stato dell’economia e in cambio ricevono chiacchiere sull’immunità dei politici e sulla riforma del Csm. E in questo caso dalla satira corrosiva finiamo al Teatro dell’Assurdo.