Su di una popolazione di circa 32 milioni di abitanti, in Marocco, 6 milioni di donne sono periodicamente vittime della violenza maschile.
Che si tratti di padre, fratello o marito poco importa.
Sta di fatto che ogni occasione è buona e quasi sempre il “fattaccio” avviene nell’ambito familiare.
Particolarmente, poi, nella coppia.
Lo dicono le statistiche, frutto di rilevazioni serie, fatte negli anni sia a livello governativo che da organizzazioni libere, che sono sorte spontaneamente nel Paese in difesa dei diritti della donna.
Organizzazioni, che hanno dato vita anche a dei validi progetti, idonei a coinvolgere donne di tutte le età e di ogni ceto sociale. In città e nei villaggi rurali.
Prima di scendere in piazza e organizzare un’autentica catena umana, con il supporto e l’accompagnamento di artisti di strada, per mimare realistiche scene di vita, il disagio femminile delle donne del Marocco era già giunto a noi, da tempo, attraverso la scrittura e la viva voce di alcune intellettuali marocchine, come Rita El Khayat e altre ancora, emigrate di preferenza in Francia.
Donne marocchine che si sono battute con tutte le forze,molto spesso insieme alle algerine, appena hanno trovato i loro spazi, per rivendicare il diritto all’emancipazione femminile nei loro Paesi d’origine.
Ritornando alla manifestazione di Rabat di questi giorni, “Primavera della dignità”, la coalizione che comprende ben 22 associazioni femminili,che vogliono tutte le pari opportunità per la donna, aveva ed ha per obiettivo quello d’inasprire, giustamente, le pene per qualsiasi genere di crimine commesso sulle donne.
Qualcosa diciamo, che "eppur si muove” e comincia a essere metabolizzato anche a quelle latitudini.
L’istruzione al femminile, specie delle giovani generazioni, comincia sul serio, dunque, ad avere il suo peso anche in casa.
E ciò è un grande bene.
Le donne, come recita un noto adagio, non si colpiscono neanche con un fiore.
Bisogna che certi signori uomini lo tengano a mente. E questo anche sotto il "nostro" di cielo.
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)