Nonostante conoscessi qualche abitante di
Roncofreddo, fino a poche settimane fa l’unico incontro ravvicinato con il paese si era avuto in occasione di una mia gitarella estiva sulle colline dietro casa insieme a mia mamma. Se ricordate, ogni tanto io e mia mamma ci dilettiamo a fare un giro “in campagna” (
qui raccontavo le nostre avventure) e in una delle nostre ultime perlustrazioni dei dintorni siamo giunte proprio a Roncofreddo. Quella volta, però, l’incontro si è limitato a una veloce sosta in
uno dei punti panoramici del paese, un parcheggio situato lungo la strada principale che affaccia direttamente sulla piana riminese e che consente una visuale nitida ed elegante di San Marino.
A fine agosto, poi, è stata la volta di un incontro un po’ più ravvicinato con un sopralluogo in piena regola del piccolo centro abitato in occasione del
Freak at town, una festa dall’atmosfera vintage che riunisce per le vie del paese gruppi di giovani e meno giovani. Quella volta ho scoperto degli angoli illuminati da luci serali naturali e artificiali che mi hanno piacevolmente affascinato, lasciandomi con la voglia di ritornare per godermeli sul far del giorno e, magari, catturarli con alcune fotografie.
In ordine cronologico, l’ultima volta che sono stata a Roncofreddo avevo una missione ben precisa: dedicare del tempo alla rilassante scoperta di tutte le vie del paese – che è piccolino e in un’oretta si gira benissimo a piedi – e farmi sorprendere dalle attrattive paesaggistiche che ogni angolo riserva.
Ho posteggiato l’auto al parcheggio di cui sopra e ho lasciato che i miei occhi intavolassero una piacevole chiacchierata con
San Marino;
mi sono inoltrata per il vicolo Birri e con la sensazione di addentrarmi “in casa della gente” sono sbucata sulla strada principale, trovando ad attendermi delle panchine di marmo disposte ad anfiteatro che mi hanno fatto assaporare il gusto di avere
il mare a portata di mano;
ho risalito i gradini della particolarissima Piazzetta Malatesta, volgendo il naso all’insù ad ammirare il dinamico collegamento tra gli edifici rappresentato dalla
Torre civica;
ho affrontato l’ardua pendenza della salita che porta all’
ex Casa del Fascio per accedere al punto più alto del paese e far spaziare lo sguardo a 360 gradi, a dominare la lunga distesa del mare, da una parte, e l’intreccio di campanili e antenne su una regolare fila di tetti, dall’altra.
Avendone già avuto un assaggio, per quanto veloce, in precedenza, sapevo che una visita più approfondita di Roncofreddo non mi avrebbe delusa. Mentre mi aggiravo per le vie del paese alternando sensazioni di meraviglia e pace dei sensi, continuavo a sorprendermi di quanto basti poco, a volte, per entusiasmarsi e farsi attraversare da energia positiva… anche con le cose che abbiamo sotto gli occhi tutti i giorni. Questo è quello che Roncofreddo ha trasmesso a me in una tiepida giornata di fine settembre; se cercate un posticino tranquillo che vi regali un accesso privilegiato a buona parte della Romagna, un salto da queste parti è altamente consigliato.
Tanto più che l’esplorazione delle attrattive regionali può continuare anche a tavola: a
Roncofreddo, infatti, troverete ottimi ristoranti che offrono piatti della cucina tradizionale. Uno dei miei preferiti è l’
Agriturismo La Quiete, di cui ho parlato poco tempo fa sul blog di Tippest: ambiente rustico, ma accogliente; ingredienti genuini per piatti tradizionali e prodotti tipici; qualche camera per un
pit stop in Romagna. Che altro dire? Venite a scoprire le colline romagnole, passate da Roncofreddo, fermatevi a cena a
La Quiete e…
bon appétit!
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