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Racconti online: Der Brüter

Creato il 23 dicembre 2014 da Alessandro Manzetti @amanzetti
Racconti online: Der BrüterDer Brüter 
(da: Limbus - Trilogia di Scarafaggi)
Nestor è uno degli uomini più ricchi di Parigi Sud 5, il quartiere marcio che sta lentamente ingoiando la città, fottendosi le poche cellule ancora vergini. Stupri, uteri neri, gravidanze e bestemmie. Unghie affilate spuntano continuamente da Bercy Frontière 2, il portale maledetto, il confine con la normalità, per graffiare i quartieri vicini, trascinare nel suo stomaco, sempre più capiente, palazzi, storie, anime con pelle e ossa ancora attaccate. Mammelle gonfie da seccare. Nel silenzio della Senna, la gran puttana che lascia fare.Il lavoro di Nestor non conosce crisi e pandemia di prioni guasti. Il negozio a Rue Forget, Perez Services Funéraires, tre vetrine in acqua flessibile, va ormai avanti da trent’anni. Nestor è stato il primo a specializzarsi nelle densourne, ci ha visto lungo. Niente casse da morto e cimiteri pestilenziali, fiori di silicone e grassi becchini. Hanno mangiato fin troppo, quei figli di puttana, ingoiando pezzi di roba ferma, immobile, quasi fresca. Adesso sono rimasti a bocca asciutta, la festa è finita. Tutti si portano dietro i propri cari nella preziosa densourna, una capsula di dilitio di dieci centimetri, con dentro la  polvere dell’amata polpa, sabbia grigia finissima, e un visore esterno con una infinita selezione di contenuti multimediali da consultare. Ricordi archiviati in una completa rete di associazioni e connessioni, per chi ama manovrare il defunto con il “pilota automatico”, farlo interessare ancora delle proprie cose, ricevere un consiglio randomico, interagire col proprio amato morto attraverso avanzati algoritmi. Tastiere hertel che soddisfano qualsiasi query, anche le più stravaganti.
I modelli più costosi di densourna hanno integrato un microsistema olografico in grado di proiettare l’estinto, con tanto di voce e molecole vaporizzate del suo odore, per garantire una demo di contatto con l’aldilà più verosimile possibile. Molti chiamano questi modelli scopamorto, perché le fiche, il culo e il cazzo dei partner trapassati tornano a essere fruibili, grazie a programmi extra. Naturalmente molto costosi. Il sistema olografico si può connettere a una vasta serie di accessori, che simulano gli organi sessuali, fessure e buchi, autocalibrati secondo precise misurazioni e caratteristiche.Altro che lasciar marcire i cadaveri in una cassa da morto in economico plextek smaltato, adesso i clienti pretendono che il proprio morto resti a disposizione per tutte le esigenze, con funzioni sempre più avanzate. Questa condizione di post-vita spesso è preferita a quella reale. Una moglie che apre le cosce a comando, senza rompere troppo i coglioni, è un archetipo tuttora valido e ricercato tra la clientela maschile. Ma va di moda anche lo scambio di coppia tra defunti. Parenti che prendono in prestito la densourna di qualcun altro per una avventura con un diverso post-vivo. Una trasgressione, giusto per cambiare. La noia fa vittime quanto la Cloud 5.
Racconti online: Der Brüter
Nestor conosce bene i propri clienti, i desideri e le perversioni, ha sempre pronta la soluzione giusta. Bastano pochi minuti di colloquio per vedersi sbattere sotto il muso la configurazione del post-vivo di turno, la densourna personalizzata, il suo sorriso nero. Poi arriva il lettore per firmare l’acquisto del servizio. Ha bisogno di altro?Chi se ne frega del proprio morto lo fa trasportare al vecchio cimitero tradizionale, sceglie tra i due servizi base proposti dal comune: i cubi di allotenio, micro container dove ficcano il morto segato in due, gambe incrociate sul petto, contratto di affitto decennale, oppure la semplice fossa nella terra, la soluzione più economica. Cento crediti, uno spazio tre metri per due sotto fili d’erba spruzzati dal sangue d’argento dell’uranio. Buche in un immenso formicaio non controllato, chilometri di deserto scavato giorno e notte da legioni di cani. Distese di ossa perfettamente pulite, smosse una volta l’anno dalle ruspe comunali, per sgombrare lo scempio.Non sono certo questi i clienti che entrano nel Perez Services Funéraires.Ma Nestor è sempre stato uno sveglio. Con le protesi dentali di dilitio strappate ai morti affidati, fuse e rivendute in lingotti, si è costruito un locale ludico per pezzi di merda e pervertiti con pochi crediti in tasca. Vuoi chiavare con un post-vivo a scelta da un catalogo quasi infinito? Non hai abbastanza soldi per comprarti l’attrezzatura per una scopata virtuale? Basta andare da Nestor, al Cafè L’Ailleurs, un esercizio clandestino sotto la copertura di locale pubblico. Nessun coglione, tra le forze di sicurezza della Nuova Francia, è così coglione da organizzare un controllo a Parigi Sud 5. Gli eroi della giustizia non esistono più, gli ultimi sono spariti tra i vicoli anni fa, riapparsi a pezzi nei piatti di qualche ristorante creativo, con contorno di asparagi della Nuova Scozia e uova di quaglia atomizzate. Tutori dell’ordine trasformati in silenzioso grasso che traballa nei corpi di qualche stravagante riccone, quelli che passano la notte a Parigi Sud 5 per saziare la gola, e tutte le pulsioni più elementari, con qualcosa di speciale. Quelli che tornano sudati nei loro quartiere eleganti con  un ricordo di carne sotto il braccio, confezionato per bene. Tranci della puttana comprata.A Nestor la vita è andata davvero bene e ora sta andando ancora meglio. I costi per la riduzione dei defunti in sabbia fina di gliritio sono notevoli. I motori a centrifuga lavorano tutta la notte, una media di 70 chili da ridurre e trasformare, porca troia. Cinque operai dedicati e parecchia corrente sprecata. In fondo, a chi cazzo  frega di quello che c’è dentro la maledetta capsula sigillata? I parenti sono interessati solo alle funzionalità: gli accessori multimediali e il sistema olografico. Le macchine e le protesi biochimiche per chiavare col post-vivo, per usarlo soprattutto.
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Nestor ha fatto bene i conti, ha eliminato il processo di riduzione dei corpi umani, mettendo in piedi un bell’allevamento di scarafaggi. I defunti ormai hanno sostituti con le antenne. Spremere tre o quattro scarafaggi significa risparmiare parecchio. Qualcosa di ex-vivente, in minime proporzioni, ci deve pur essere in quella sabbia: i clienti che viaggiano si accorgerebbero della truffa. I sistemi scanner delle aviostazioni discriminano i contenuti biologici, la densourna deve far accendere il maledetto display giallo, come tutti si aspettano.Ma perché proprio scarafaggi? Nestor non è certo uno stupido, i corpi dei defunti devono comunque essere smaltiti, niente di meglio che usarli come cibo per i suoi operai senza stipendio. Affidarli alle mandibole di quelle bestie, le creature più diffuse a Parigi Sud 5, significa risparmiare soldi e tempo. Ottimizzare l’intero processo. Un business che si nutre di roba da smaltire e che si riproduce gratis e velocemente è il sogno di qualsiasi imprenditore. Capitale che aumenta, costi che diminuiscono, operai umani che spariscono dal libro paga, che si impiccano dopo aver speso la liquidazione nei Cafè, con la pancia piena di vino e tequila sintetica. Stipendi appesi ai lampioni. Uno spettacolo fantastico.Nestor inizialmente ha provato ad allevare ratti, ma sono bestie troppo veloci e pericolose da tenere a bada, gli scarafaggi invece sono creature davvero affidabili.Nel piano zero del Perez Services Funéraires le sue legioni di divoratori sono rinchiuse in una stanza blindata, nessuno può metterci mano, nessuno deve sapere. Sulla porta di acciaio3, ad alta densità di titanio e niobio, Nestor ha fatto ricavare una apertura, per osservare l’interno del suo penitenziario di scarafaggi. Un oceano di gusci e di antenne, un continuo disarcionamento, una marea bruna che si alza e si abbassa. Piccoli amici, li chiama Nestor. Ma loro lo odiano, il padrone, il direttore del carcere con quel cranio così grande, sproporzionato, che luccica sudore. Gli scarafaggi ormai lo riconoscono, anche i nuovi nati. Tutti hanno archiviato, nel loro speciale codice di memoria, la faccia di Nestor, il suo odore. Un giorno gliela faranno pagare, questo è certo. Sono milioni, sono sempre più forti.Una pompa elenotica risucchia dal lato destro della stanza gli scarafaggi da ridurre, da giustiziare, mentre uno scivolo magnetico versa dentro, dall’altro lato, i corpi dei defunti da smaltire.Piccoli amici, oggi ho una sorpresa per voi! Niente carne morta, stavolta…
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Nestor ha talmente tanti soldi da potersi comprare una ragazzina a settimana, vita inclusa. Gli sono sempre piaciuti quei corpi acerbi, quelle tette appena accennate, la carne tesa, la polpa piena di succo. A forza di maneggiare corpi macerati dal tempo e dalla morte, la carne giovane è per lui qualcosa di irresistibile. Sbattersi ragazzine, ogni giovedì, un rito pagano, sadico. Ma per vuotare le palle non gli basta più chiavare e deturpare. Nestor ormai è condannato a fare sempre un passo in più verso il baratro, l’abisso senza ossigeno, per provare qualche emozione. Un equilibrista che gioca sul margine, qualcosa che diventa sempre più pericoloso. Ma le palle piene e intasate chiedono giustizia, e un bordo sempre più stretto.Una storia che conoscono bene anche gli scarafaggi, che aspettano il giovedì per poter sgranocchiare umani vivi, le ragazzine di Nestor gettate dentro il l’ oceano di gusci. Uno spettacolo che fa sbrodare Nestor, che lecca come un ossesso la sua maledetta finestrella di osservazione. Legate mani e piedi, quelle giovani creature, dopo essere state riempite e bastonate dalla sua rabbia, vengono masticate da migliaia di bocche. Non ci vuole molto tempo, gli scarafaggi fanno gioco di squadra, la carne fresca è saporita, fanno sparire tutto in una mezz’ora.Piccoli amici, adesso arriva il pranzo, vedrete che corpo pieno di succo, buon appetito!Nestor sta inserendo nello scivolo il corpo morbido di Eve, l’ultimo acquisto, quattordici anni. Ha scucito i crediti giusti, ha diritto di vita e di morte sulla ragazzina. Si rifarà presto dell’investimento, gli basteranno due, tre clienti al massimo. Tanto Parigi Sud 5 di morti ne fornisce ogni giorno, c’è sempre la fila al Perez Services Funéraires. Nestor è il Caronte più esperto del quartiere marcio.
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Poi, proprio di giovedì, la Morte decide di dare un calcio in culo al suo Caronte preferito, dopo tanti anni di onorato servizio. L’ora arriva per tutti, Nestor non ha abbastanza crediti da offrire stavolta.Un cazzo di infarto qualsiasi, si è afflosciato, con tutti i suoi centoventi chili, sul corpo di Doriane, la ragazzina di turno. Non si muove più, pesa maledettamente, il bastardo.  Doriane cerca di svicolare, il sudore del maiale la aiuta a scivolare fuori dal letto, a liberarsi dal pachiderma, che inizia a diventare freddo. Cristo, è proprio morto! Doriane è stata già pestata per bene, ci vede a malapena. Barcolla, lascia una scia di sangue dietro di se. Non riesce a trovare l’uscita, non sa se è già arrivata all’Inferno, se è ancora viva. L’unico segno che la rassicura è il dolore. Nel culo, così intenso. Pensa che da morti non si dovrebbe provare un dolore così elettrico, così fisico, come nella vecchia vita.Continua a trascinarsi. Neon azzurri deformano i confini del piano zero del Perez Services Funéraires. Sembrano infiniti. Odore di polline, di infiorescenze marce. Tavoli in plexnet sostengono corpi umani vuoti, pelle grigia, dita viola gonfie. Una lunga parete, in fondo, forata da migliaia di nicchie trasparenti. Capsule di dilitio in serie, densourne da riempire e programmare. Un armadio aperto, dal quale sporgono centimetri, circuiti di un fantasma di tette e fica in silicone da far indossare alla proiezione olografica di turno. Chiavare l’aldilà, spezzare vecchi confini, forzare la cintura di castità della morte. Squagliare denti di acciaio.Cristo, forse è davvero arrivata all’Inferno. Doriane si morde le labbra. Fanno male, come tutto il resto. Bene, è ancora qui, sulla Terra.Non riesce a vedere l’uscita, affoga dentro al liquido denso, freddo, del panico. Il vero labirinto è la sua mente, non il maledetto posto che continua a calpestare, sbandando con le ginocchia. Il figlio di puttana deve averla drogata. Cloud 5, 6, chissà cos’altro circola nel suo sangue.Qualche metro più avanti ballano luci intermittenti. Rosse e verdi. Ci può arrivare. Deve essere quella la pulsantiera per trasportarla al piano superiore. Uscire da quell’incubo, finalmente. Allunga il braccio, preme tutti i tasti, sbatte il pugno su quel maledetta console, troppo complicata per i suoi sensi a intermittenza. Rapsodia di vibrazioni, un rumore sordo sgancia qualcosa, un pistone pneumatico soffia. Doriane indietreggia, qualcosa si sta aprendo, la luce è forte, brucia gli occhi.L’oceano di blatte esplode dai margini, schizza fuori dalla porta blindata come un’onda gigantesca, che travolte Doriane. I piccoli amici di Nestor sono liberi. Sono milioni. Un’orda senza un Re, schiava di un grasso carceriere. Un Caronte con i pantaloni calati.
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«Il mare a perdita di vista, senza una terra all'orizzonte, sotto la cappa affocata del cielo, appariva nero come l'inchiostro, di una lucentezza funebre; una quantità sterminata di blatte, tanto fitte da non lasciar occhieggiare l'acqua di sotto, lo copriva per tutta la sua distesa. Nel gran silenzio s'udiva distintamente il rumore dei loro gusci urtati dalla prua. Lentamente, a fatica, la nave poteva avanzare, e subito le blatte si richiudevano sul suo passaggio.»
Doriane è in apnea, sepolta sotto due metri di gusci. Lentamente la marea bruna si ritira, scende, gli scarafaggi si diramano negli ambienti, colmando tutti gli angoli, veloci come proiettili.Trecento metri quadri, cinque corpi umani morti e uno, piccolo, ancora vivo. Doriane che pulsa di carne fresca, con le gambe strette tra le braccia. Gli insetti non hanno dubbi, democrazia di antenne, sibili di un infinito senato chimico, pochi secondi e scelgono l’obiettivo: Nestor, il loro padrone, l’architetto del penitenziario.La marea bruna invade il letto, un cubo fitto, vivente, si forma tutto intorno. Le mandibole iniziano a lavorarsi il cadavere di Nestor, i palpi mascellari masticano a grande velocità. Un rumore in continua accelerazione. Le ombre negli occhi di Doriane iniziano a scomparire, ora tutto diventa più chiaro. Il portello dell’elevatore, in fondo a sinistra, si accende: può tornare in superficie. I muscoli delle gambe tornano a funzionare. Corre verso l’uscita, ma arrivata a due metri si ferma. Capelli rossi, lunghi, scendono dai bordi di un tavolo in plexnet. Quei capelli. Doriane ha il cuore ghiacciato. Si avvicina al corpo nudo di sua madre, a quarantacinque gradi, pronto per lo scivolo nella cisterna di scarafaggi. Pronto per diventare mangime.Per Nestor era stato facile acquistare un’orfana da un funzionario corrotto. Più economico del solito. Molto spesso erano proprio i genitori a vendergli le figlie. Bastava pagare bene per chiavare la bellezza, incastrata in quei corpi così nuovi, nel suo tempio di morte.Doriane grida, sovrasta le milioni di mandibole che scattano contemporaneamente.
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