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Racconto: La finestra del quinto piano

Creato il 07 maggio 2012 da Zetaman

La storia che vi stiamo per raccontare ci porterà nella vita di un ragazzo e del suo incontro con un giovane che passava i suoi giorni affacciato ad una finestra: la finestra del quinto piano.
Lui stava lì. Sempre.
Vivo in questa palazzina di periferia da quando ero bambino. È una storia lunga, non vorrei tediarvi, perciò riassumo: ci trasferimmo con la mamma, che si separò da papà un anno prima del nostro arrivo, io avevo 7 anni e mio fratello 5. Per un po' ci ospitò la nonna, poi trovammo questo piccolo appartamento nella zona povera della città. Non potevamo permetterci altro.
Ma questo non riguarda lui, Matteo. Sapevo solo questo, che si chiamava Matteo. Lo si vedeva  solo dal davanzale della finestra della sua cucina, quella dell'appartamento numero 3, al quinto piano.
Al mio arrivo feci subito amicizia con gli altri bambini del palazzo. Ci trovavamo ogni pomeriggio in cortile a giocare. Con il sole, la pioggia, la neve; al caldo o al freddo. Chi non veniva o era malato o in vacanza (molto raramente per la verità, visto che nessuno nel quartiere poteva permettersi una vera vacanza).
Matteo era l'unico che non usciva mai. Aveva più o meno la nostra età, ma sembrava snobbarci. Così pensavamo noi. Se ne stava dalla mattina alla sera a quel diamine di davanzale. E ci guardava. All'inizio lo invitammo a giocare con noi, ma lui niente. Dopo un po' cominciammo a prenderlo in giro: lo avevamo soprannominato “lo scemo”. Poi smettemmo di considerarlo. Diventò invisibile. Ma era sempre lì.
Ci eravamo quasi dimenticati della sua esistenza. Fino a quel giorno. Arrivò un pulmino con sopra scritto “volontari disabili di zona”. E sopra ci salì Matteo. In sedia a rotelle. Quante cose vengono celate dal davanzale di una finestra, pensai.
Ora siamo cresciuti e continuiamo a trovarci in cortile. I giochi sono diversi. Partite a calcetto, qualche pomiciata con le morose, giri di sigarette e di bottiglie di birra. Ma solo una cosa è cambiata davvero: Matteo scende insieme a noi, non si vergogna più della sua sedia speciale e il davanzale della sua finestra ospita solo una pianta di fiori.
La finestra del quinto piano di Valentina Cosimi

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