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Rachel corrie, nove anni dopo

Creato il 18 marzo 2012 da Giuliano @giulianofalco
Ciao, invio lettera della madre e del padre di Rachel Corrie a nove anni dal suo assassinio.



Chiedono se si fanno o sono state organizzate iniziative di comunicargliele.


Grazie a Mirella Scriboni di Assopacepalestina per la traduzione.


Trovate l'indirizzo mail qui sotto.


Luisa Morgantini


Associazione per la Pace


16/03/2012 Rachel Corrie Foundation: [email protected]  


Spring Newsletter


Cindy e Craig Corrie:


Nel nono anniversario dell’azione di resistenza di Rachel a Gaza


Plus ça change, plus c’est la meme chose.


Cari amici,


Sono passati nove anni da quando nostra figlia Rachel è morta, schiacciata da un cingolato D9 guidato da israeliani, finanziato e costruito negli Stati Uniti, a Gaza. Nel marzo 2003 i notiziari traboccavano di discorsi sulla guerra con l’Iraq, una guerra preventiva per proteggere l’occidente, in particolare gli USA e Israele, dalle armi di distruzione di massa presumibilmente ammassate da Saddam Hussein. Quando Rachel si recò a Gaza in quell’anno, il mondo non guardava. Secondo Human Rights Watch, dal settembre del 2000 al settembre del 2004, nell’occupazione della Striscia di Gaza, l’esercito israeliano ha distrutto 1600 abitazioni palestinesi nella città di Rafah. Un decimo degli abitanti ha perso la propria casa. Rachel fece la scelta di essere a Gaza nel momento in cui veniva sferrato l’attacco di terra all’Iraq. Temeva un’escalation della violenza e una stretta dell’isolamento nei confronti della popolazione mentre l’attenzione del mondo era rivolta al nord-est e alla carneficina in Iraq. Questo non accadde immediatamente come alcuni si aspettavano, ma con l’attacco militare israeliano a Gaza dal novembre 2008 al gennaio 2009 la violenza divenne schiacciante, e la stretta dell’assedio iniziato dagli israeliani nel 2006 per togliere di mezzo Hamas, rese l’isolamento pressoché totale.


Nel 2003 Rachel scriveva: “Qualche giorno fa sono andata a Khan Younis ad una manifestazione di solidarietà con la popolazione irachena. Sono state fatte molte analogie tra la duratura sofferenza del popolo palestinese sotto occupazione e l’imminente occupazione dell’Iraq da parte degli stati Uniti, non la guerra in sé, ma quello che sarà sicuramente il seguito della guerra. Se la gente non sta già pensando alle conseguenze di questa guerra per le popolazioni di tutta la regione, allora spero che inizieranno a farlo”.


Ora, nel 2012, sentiamo notizie dello stesso tipo: appelli a bombardare l’Iran per impedire che acquisisca armi nucleari. La guerra preventiva è già iniziata con l’assassinio di scienziati nucleari iraniani.


Il nostro governo ci dice che le sanzioni contro l’Iran costringeranno il suo governo ad abbandonare ogni programma di sviluppo di tali armi, ma l’esperienza ci dice che le sanzioni non fanno che accrescere la politica difensiva dei regimi e intensificare il loro controllo sulla popolazione.


Le notizie che ci danno i nostri politici sono sconfortanti, persino terrificanti, ma nei luoghi di incontro e nelle strade all’interno delle nostre comunità noi stiamo realizzando il cambiamento che Rachel immaginava. Succede ad Olympia, dove continua il sostegno al boicottaggio dei prodotti israeliani praticato dalla Olympya Food Coop fino a quando non sarà affrontato il problema dei diritti dei palestinesi. Attraverso Puget Sound questa settimana abbiamo sfidato con successo il tentativo del governo israeliano di usare i membri della comunità gay israeliana per distrarre l’attenzione dalla continuativa oppressione del popolo palestinese. Le chiese nella nostra regione stanno discutendo di disinvestimento nei confronti di corporazioni come Caterpillar Inc. per il loro rifiuto di affrontare il problema della loro continua partecipazione alla violazione dei diritti umani e all’occupazione illegale della Cisgiordania e di Gaza.


Nel 2002 Rachel scriveva “Ritengo che sia importante, per tutti quelli che si oppongono alla guerra e alla repressione, parlare di chi siamo in quanto comunità oltre che parlare della guerra, del razzismo e dell’ingiustizia. Noi non ne siamo al di fuori. Ritengo importante che i diritti umani e la resistenza all’oppressione siano parte del modo in cui ci definiamo come comunità…”.


Mentre vanno avanti la minaccia di una guerra con l’Iran, il disintegrarsi della situazione in Afghanistan e i bombardamenti di Gaza, il lavoro tra la popolazione che tutti noi stiamo facendo nelle nostre città è di grande importanza, cruciale. Oggi, mentre ricordiamo le posizioni prese da Rachel nove anni fa, vi invitiamo, amici in tutto il paese e nel mondo, a rafforzare le vostre comunità, educare, educare, educare, a sostenervi a vicenda nell’intraprendere iniziative e andare avanti con la pace, l’amore e il perdono nei vostri cuori, operando per il cambiamento.


Cindy e Craig Corrie


16 marzo 2012


NOVE ANNI DOPO


QUANTI SONO STATI RAGGIUNTI DA RACHEL


Siamo così onorati e stupiti dalle numerose richieste che riceviamo da persone in tutto il mondo che vogliono rendere tributo alle idee di Rachel in occasione del 16 marzo e oltre. Questi sono solo alcuni dei modi in cui la sua memoria continua a vivere:


• Qui ad Olympia continuiamo la nostra tradizione di commemorarla ogni anno con un raduno della comunità dal titolo “Gaza nei miei pensieri”, con un picnic, con oratori che hanno visitato di recente Gaza, musica e balli.(per informazioni dettagliate si veda: http://rachelcorriefoundation.org/blog)


• A Washington D.C. Ray McGovern, ufficiale in pensione della CIA, porterà un manifesto con il ritratto di Rachel Corrie e parlerà davanti alla Casa Bianca a mezzogiorno, nell’ora di preghiera e riflessione, venerdì 16 marzo.


• Nello Iowa, la comunità “Des Moines Catholic Worker” ha denominato una delle proprie case “Rachel Corrie House” e al momento si sta muovendo attivamente per promuovere e mantenere una presenza per tutto l’anno nella Palestina occupata, inviando ogni tre mesi in Medio Oriente un proprio membro a prestare attività di volontariato nell’organizzazione di accompagnamento di protezione non violenta per la quale lavorava Rachel, l’International Solidarity Movement.


• Nel Wisconsin il “Madison Rafah Sister City Project” tiene la sua annuale “Cena di beneficenza in commemorazione di Rachel Corrie” per finanziare un impianto di filtraggio dell’acqua per la scuola secondaria femminile “Al-Shuka” di Rafah, Palestina.


• A Tokat e Sakarya, in Turchia, prosegue il “Giorno Internazionale della Coscienza”, iniziato in memoria di Rachel, con iniziative e una manifestazione in cui vengono portati manifesti con la foto di Rachel, contro tutte le occupazioni.


Per favore inviateci un e-mail a [email protected]  per informarci su quello che state facendo in memoria di Rachel.


Traduzione di Mirella Scriboni a cura di AssoPacePalestina


Info [email protected]

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