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Radiohead the king of limbs

Creato il 22 febbraio 2012 da Upilmagazine @UpilMagazine

“Per quanto me ne possa fregare, il fatto che gli Arctic Monkeys stiano avendo tutta questa attenzione è puramente basato sul fatto che l’industria musicale mainstream è composta da un manipolo di fottuti ritardati.”
Tom Yorke (Radiohead)

A questa affermazione Matt Helders degli Arctic Monkeys ha risposto per le rime, dicendo di essersi quasi addormentato al volante mentre ascoltava un album dei Radiohead in auto.

…che per chi ama l’indie rock ed il british sound (compreso il sottoscritto) è come se John Lennon e Mick Jagger dei nostri tempi, si sfanculassero dalle rispettive finestre nel pozzo luce condominiale, noi …spettatori impotenti e innamorati.
Fatta questa doverosa premessa, il vantaggio oggettivo di non conoscerne minutamente i testi, mi permette di giudicarne sonorità e fascinazioni beatamente “super partes”.
E’ la fine di marzo quando “The King of Limbs” è finalmente disponibile in CD, anticipato a febbraio dal bellissimo video di “Lotus Flower” apparso in rete senza preannuncio ed in cui Yorke seduce il mondo con uno scleroballetto sincopato e inaspettato vista la proverbiale ritrosia del personaggio a lasciarsi andare, incline più a modulare quello straordinario strumento sonoro che si ritrova in gola. Tre anni di grande attesa fra i fans e uscirsene con 37 minuti di musica va detto che sfiora l’oltraggio! E tuttavia, se ci si lascia andare con la fiducia che è d’obbligo in questi casi, acquietata la parte razionale non resta altro che farsi investire da fascinazione autentica per questi incatalogabili marziani del pop-rock.
Un album difficile poiché arriva dopo “In Rainbow” con un legittimo carico di aspettative e che spiazza già al primo ascolto con “Bloom” in apertura; disorienta con “Morning Mr Magpie”, annichilisce con “Lotus Flower” prima di sbocciare prepotentemente in “Codex” e “Give up the Ghost”; giusto il tempo di salutarti con “Separator” sapiente cucitura con la testa dell’album ed apparente provvisoria cesura con il prossimo che verrà. Scopri così di non aver bisogno di 1 solo in più di quei trentasette meravigliosamente sexy minuti di cui è composto questo lavoro, tutto immerso come sei nel rincorrere quelle sensuali asincronie ritmiche.
L’ottavo album dei Radiohead non lo si può proprio liquidare in breve come alcuni inquieti hanno fatto; confesso di esserne stato tentato anch’io. E’ necessario lasciarlo suonare più e più volte e distrattamente mentre si è intenti in attività di basso valore cerebrale. Sarà lo scorrere della tracklist a richiamarvi alla meraviglia quando la parte emozionale della vostra intelligenza permetterà a quella razionale di valutarlo correttamente. Sempre che siate amanti del contrappunto e un pizzico insofferenti alla classica posizione del missionario.
A giugno sarà la volta delle “Scimmie Artiche” nella speranza di poterci ritrovare a metà luglio su queste pagine a celebrare altrettanti godimenti.


I Radiohead sono una rock band inglese proveniente dall'Oxfordshire, formatasi nel 1985. Hanno venduto circa 25 milioni di dischi in tutto il mondo.
I Radiohead pubblicarono il loro primo singolo, Creep, nel 1992. La canzone fu inizialmente un insuccesso, ma dopo la pubblicazione dell'album di debutto Pablo Honey, il singolo ebbe un inaspettato successo mondiale. L'album, seppur ben accolto negli Stati Uniti, passò quasi inosservato in Inghilterra. Il successo in patria arrivò solo con il secondo album, The Bends (1995), che fece guadagnare al gruppo numerosi fan. La loro reputazione crebbe ancor di più con l'uscita del terzo album; caratterizzato da un suono più esteso e dal tema ricorrente dell'alienazione moderna, OK Computer (1997) è riconosciuto da diversi critici come una pietra miliare della musica rock degli anni novanta.
Con i loro successivi album Kid A (2000) e Amnesiac (2001), la popolarità dei Radiohead arrivò ai massimi livelli. Con questi dischi la band conobbe un'ulteriore evoluzione del proprio stile musicale, fortemente influenzato dalla musica classica contemporanea, dal free jazz e dall'elettronica. Il loro sesto album, Hail to the Thief (2003), caratterizzato da testi maggiormente rivolti all'attualità, è sembrato mescolare influenze da tutta la carriera della band.
I Radiohead, dopo quattro anni di assenza dalle scene, nel 2007, completarono le registrazioni del loro settimo album, intitolato In Rainbows, disponibile per il download digitale a partire dal 10 ottobre 2007.
Nel 2011, il gruppo ha pubblicato il suo ottavo album in studio, The King of Limbs, scaricabile anch'esso dal sito della band a partire dal 18 febbraio 2011.
La rivista statunitense Rolling Stone ha incluso The Bends (n.110), OK Computer (n.162) e Kid A (n.428) nella sua lista dei 500 migliori album. La stessa rivista ha inoltre inserito i Radiohead alla posizione numero 73 nella lista dei 100 migliori artisti.


LA BAND
Thom Yorke - voce principale, chitarra ritmica, pianoforte Jonny Greenwood - chitarra principale, tastiere Ed O'Brien - chitarra, voce armonica, cori Colin Greenwood - basso, tastiere Phil Selway - batteria, percussioni, cori

 

DISCOGRAFIA • Album in studio
1993 - Pablo Honey
1995 - The Bends
1997 - Ok Computer
2000 - Kid A
2001 - Amnesiac
2003 - Hail to the Thief
2007 - In Rainbows
2011 - The King of Limbs
 


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