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Raffigurare o affermare? Il bivio di chi scrive

Da Marcofre

priamar savona

Anche queste sono in fondo “questioni di lana caprina”, e si può benissimo vivere senza rispondere a questo genere di domande, anzi; senza nemmeno porsele.
Scrivi e basta, tuoni e fulmini! Nessuno (o quasi) di quelli che occupano le classifiche si fa tutte queste domande!
E questo non ti fa venire alcun sospetto, vero?

Raffigurare? In che senso?

Oh, ecco. Adesso sei qui e ho tutta la tua attenzione (be’, quasi tutta). E prima di inoltrarmi nell’argomento: ognuno legge quello che vuole e scrive quello che preferisce.
Tuttavia, anche un mulo capisce che c’è una certa narrativa parecchio differente rispetto a quella che va per la maggiore. Qualcuno prova a farla, a dispetto della scarsa considerazione che raccoglie.
Esiste infatti la letteratura di evasione, che va a gonfie vele. Agisce un po’ come il lavoro del notaio: prende atto e procede.
E poi?
E poi c’è chi scrive della realtà non per fare l’elenco delle cose che vanno male; o per educare. Bensì per raffigurare.
Ecco, forse è il caso di fermarsi su questo verbo: raffigurare. Che vuol dire rappresentare, o anche riconoscere nelle cose e persone più di quanto si creda.
Ah, dimenticavo. Non sto dicendo che io, modestamente, faccio tutto questo: ma che ci provo, questo sì.
Ma questo cosa comporta, ti chiederai. Se bazzichi da un po’ su questo blog, dovresti già saperlo…

Obbedire alla realtà

Ma diciamo che sei nuovo di queste parti. Benissimo.
Allora: in un racconto che ho scritto e che leggerai (forse) tra un anno, la protagonista se la passa male (tanto per cambiare).
Poi in un bar trova un vecchio che le racconta una storia della Seconda Guerra Mondiale, o meglio, un episodio. Che alla luce del finale renderà chiaro il senso del titolo del racconto.
Non hai capito un bel nulla, vero? Non devi, infatti. Sono io che devo “solo” fare in modo che l’episodio, e il finale, raffigurino al meglio che cosa è successo.
Io faccio in modo di portare la storia sui “soliti”binari: la crisi, per esempio. Così che alcuni lettori saranno indotti a pensare:

Ma certo!

Poi la porto da un’altra parte, e scommetto che qualcuno dirà:


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