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Ragazza insultata su Facebook perché ringrazia test animali

Creato il 28 dicembre 2013 da Stivalepensante @StivalePensante

La ragazza padovana, affetta da 4 malattie rare, si era già espressa contro il metodo Stamina. Insultata pesantemente, con auguri di morte, dagli animalisti estremi.

La ragazza padovana, Caterina Simonsen (facebook.com)

La ragazza padovana, Caterina Simonsen (facebook.com)

Un fiume di “veleno” viaggia sulla rete all’indirizzo di Caterina Simonsen, la studentessa 25enne di Padova affetta da una rarissima malattia genetica, che è stata attaccata con insulti e auguri di morte dagli estremisti animalisti, dopo il post di Facebook a favore dei test medici sugli animali. Senza i quali, spiega la ragazza, iscritta alla facoltà di Veterinaria a Bologna, lei sarebbe morta all’età di 9 anni.

La risposta che le è giunta dagli animalisti è stata feroce e spietata: “per me puoi morire pure domani, Non sacrificherei nemmeno il mio pesce rosso per te”. “Magari fosse morta a 9 anni, un essere vivente di m…in meno e più animali su questo pianeta”. In tutto 30 auguri di morte e oltre 500 offese di vario tipo, che Caterina ha raccolto e messo insieme, con tanto di firme, e consegnato con una denuncia alla Polizia Postale.

La giovane, affetta da 4 malattie rare (immunodeficienza primaria, deficit di proteina C e proteina S, deficit di alfa-1 antitripsina, neuropatia dei nervi frenici), abbinate ad un prolattinoma, un tumore ipofisario, e a reflusso gastroefofageo, asma allergica e tiroidite autoimmune, non è una che si perde d’animo facilmente. E soprattutto è abituata ad esporsi.

Lo ha già fatto anche contro il metodo Stamina, esprimendosi con un video e dei post su Facebook dai quali erano scaturite accese discussioni. ”Io esisto. No a Stamina, si’ al metodo scientifico anche se momentaneamente abbiamo bisogno della sperimentazione animale”, aveva scritto Caterina sul social network in occasione della raccolta fondi Telethon. Questa volta invece è entrata nel mirino degli animalisti, e delle frange più becere tra quelle che si battono per il rifiuto dei test di laboratorio sugli animali. Tutto è iniziato quando ha pubblicato su Fb il 21 dicembre una foto che la ritrae con il respiratore sulla bocca e un foglio in mano: “Io, Caterina S. Ho 25 anni grazie alla vera ricerca, che include la sperimentazione animale. Senza la ricerca sarei morta a 9 anni. Mi avete regalato un futuro”.

Da lì si è aperta la valanga di insulti e minacce. La studentessa di veterinaria ha contro replicato, postando un altro video, nel quale si ritrae seduta sul proprio letto attorniata da tutte le medicine che è costretta ad assumere quotidianamente per non finire in ospedale. “Metto ‘a nudo’ la mia realtà – ha spiegato agli animalisti che la attaccavano -, perché voi capiate che l’unica mia ‘colpa’ in tutto ciò sia stata ‘curarmi’ senza uccidere nessuno direttamente”.

“Il mio obiettivo – ha spiegato la ragazza – è laurearmi e salvare gli animali. Ma devo dire che ancora oggi la sperimentazione animale in Italia è necessaria e obbligata, fino a che non ci sarà un metodo alternativo valido”. “Per quanto riguarda i farmaci, nella fase pre-clinica, cioè prima della sperimentazione sull’uomo – ha proseguito – devono essere sperimentati sugli animali, il che non è una cattiveria, perché anche gli animali hanno a loro volta bisogno di quei farmaci per guarire”. Se con gli integralisti anti-cavie non c’è speranza di dialogo, forse potrebbe essercene con il Partito animalista europeo, la Lega antivivisezione (Lav) e l’ex ministro Michela Vittoria Brambilla, ai quali la ragazza ha girato un appello affinché si dissocino dalle offese e le minacce che le sono piovute addosso.

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