

L’atteggiamento vittimista, stiamo attenti, non abbraccia, e non viene abbracciato, da quelli che generalmente vengono accusati di “far la vittima”. Di questi tempi, al solo rispondere al bisogno della propria anima, di esprimere ad alta voce genuini e sacrosanti disagi, c’è da sentirsi rispondere: “Eh! Ma tu vuoi fare la vittima!”
No, non è chi esprime un dolore ad alta voce, alla ricerca di un po’ di umanità fuori da sé, a inscenare un ruolo in un teatrino di pseudo-vita. Anche se è certamente vero, che cultura dominante, editoria spazzatura, e cattivi maestri, accusano sempre più ogni tipo di anima sensibile e indomita, discreditandola, allorché non riesce ad adattarsi alle condizioni inumane di questa società. Inchiodarla ad un altare sacrificale collettivista, è di questi tempi prerogativa di questa gente.
No, chi “fa la vittima”, e lo fa sul serio, non è mai la persona che vuole DAVVERO cambiare in meglio la propria condizione di vita, come non si tratta mai di una persona che voglia in qualche modo cambiare in meglio il mondo ; non fa “la vittima”, che è disperato perchè non trova un senso logico e coerente, in quanto lo circonda, o chi vuole vivere in un mondo migliore.

L’atteggiamento veramente vittimista, neanche a dirlo, è quello che invece pertiene in pieno ai rigidi sostenitori della non-criticabilità dell’ambiente che circonda l’uomo. Vedi le tre categorie sopra elencate, e molte ancora.
In genere, il vero “vittimista”, è una persona che campa di energia melmosa, densa e spettrale, che ama l’ombra e detesta le novità. Un po’ semplicistico?
Vittimista, è la persona che manifesta, in mille modi diversi, e tutti a discapito di qualcun altro, che non ha la minima intenzione di prendere in mano le redini della propria vita. INDOLENZA. Sembrerà riduttivo, ma è incredibile la quantità di male, che può estendersi, espandersi e propagarsi nel mondo, per vili moventi emozionali e psicologici, quali l’indolenza, la noia, l’invidia.
Il vittimista, in poche parole, non palesa agli altri un disagio nella speranza di essere aiutato; non vuole uscire dalla situazione. Il vero VITTIMISTA, non ci pensa minimamente, a uscire dalla situazione che, all’apparenza, l’angustia…Le sue movenze, i suoi comportamenti, le reazioni che più o meno implicitamente minaccia di intraprendere ai propri, o altrui, danni, sono i mille fili della ragnatela tessuta da un ragno, che attende immobile che il pranzo giunga a tavola….
E nella stragrande maggioranza dei casi, un pranzo “emozionale”, energetico, arriva sempre.
Si trattasse solo di scaricare sugli altri una dose della propria quotidiana ansia o inadeguatezza, il ragno trova sempre una presa, tra i vari rapporti che quotidianamente intessiamo. Famiglia, colleghi di lavoro, amici. C’è sempre, qualcuno di troppo permissivo, troppo puro, o troppo ignaro di come funzionano le cose, perché un comportamento parassitario del genere, ahimè, non porti un qualche profitto.
Quando la REALE VITTIMA, l’ingenuo, l’ignaro e il puro, sono tra le sue grinfie, il vittimista palesa l’aspetto speculare della propria personalità….quello che nascondeva dietro i suoi lamenti e il suo piagnucolare.IL CARNEFICE.
Perché vittimista e carnefice, predatore e preda, sono le chiavi di lettura della realtà , di un numero sconsiderato di persone a questo mondo; persone che agiscono convinte che gli altri “debbano sempre loro qualcosa”. E’ il loro modo è per continuare a negare a loro stesse che manca loro una fonte interiore di energia e luce. Così, in mille modi diversi, cercano di sentirsi vivi “compensando”, attraverso il controllo che riescono ad esercitare sulla vita degli altri. Vogliono gli altri preoccupati, in apprensione, de-centrati. Chi non possiede un proprio centro, generalmente cerca di farlo perdere anche agli altri….
Ma non credete mai alla genuinità e buona fede una persona che vi accusa di “fare la vittima”, quando cercate semplicemente di condividere il vostro dolore, per comprendere, assimilare, trascendere. C’ è una seria possibilità che si tratti, se non sempre quasi, di un ragno camuffato malato di narcisisimo, al quale dà noia che voi esprimiate vero, dolore, quando lui non riesce A SENTIRE NIENTE, nel profondo di sé, VERSO SE STESSO….
Uno dei molti modi attraverso i quali si manifesta la condotta del vero vittimista, è la pressoché continua ricerca di un “nemico ideologico”. Una nemesi, cercata costantemente e NON, si badi bene, per affrontarla: quanto piuttosto, per darle la colpa della propria inadeguatezza di fronte alla vita. Ecco, un atteggiamento vittimista.
Con questo, non sto certo affermando che non vi siano veri nemici, al mondo. Non sto dicendo che dobbiamo tutti volerci bene, né che siamo tutti fondamentalmente buoni…non amo il grigiore uniforme: amo il bianco, il nero, e solo quando proprio ce lo vedo, il grigio. Comunque: i nemici esistono, eccome!
Ma l’atteggiamento del vittimista non lo porta a rivenire veri nemici, in reali situazioni in cui è in gioco qualcosa da difendere. NO! Altrimenti, il primo nemico VERO il vittimista dovrebbe dimostrarsi capace di rinvenirlo nei recessi della propria anima. E, per quanto posso testimoniare per esperienza personale, non sono mai riuscito a convincere un vero vittimista, a smetterla di fare la vittima…

No! Al di fuori di ogni “infiorettamento”, il vittimista va alla ricerca di spauracchi per potersela prendere con qualcuno, nel fare ciò percepire un barlume di emozione e vita ( per quanto perversa) dentro di sé. Nella stragrande maggioranza dei casi, il vittimista prende di mira persone, che portano semplicemente una croce di una “diversità” sulle proprie spalle; mentre lui, il vittimista, è un individuo in senso improprio; uno che cerca sempre “di essere il più uguale possibile agli altri”…Nel gruppo, sanno fare tutti a emettere verdetti e vendere perle di saggezza preconfezionate di “ennesima”mano…
Ovvio che il vittimista, nelle sue viscere, odia se stesso per la sua mancanza di “noci di cocco” tra le gambe. Ma invece di intraprendere
Tutto questo, per dire in realtà una cosa molto semplice. Mi affascina la natura umana. Mi affascina, anche nei casi di più evidente deviazione dalle leggi di natura. Quando una persona ha bisogna di qualcuno da incolpare, anche per trovare una ragione valida per uscirsene di casa in un giorno nel quale non ha davvero niente da fare, quella persona palesa di non possedere, o almeno non udire più, un motore interiore, una fonte energetica di approvvigionamento interiore.
Guardatevi intorno. Girate un po’, così, semplicemente per le strada nelle ore di punta, tra gli anonimi di una strada centrale cittadina. Quante persone, quante chiacchiere. Ascoltate, ora: ascoltata le coppie di amici, amanti, vicini e conoscenti, che parlano, parlano, parlano. Quanti, tra loro, parlano di loro stessi, oppure ognuno dell’altro che gli sta di fianco. Quanti, invece, parlano sempre e SOLO di persone che non si trovano lì con loro, in quel momento; di TERZI….e lo fanno lamentandosene. Vari gradi di lamentela, dalla semplice insofferenza, al fastidio, al vero rancore..
Pur con le dovute distinzioni ( ovvero evitando di far di tutta l’erba un fascio ), non è mai una buona abitudine, drenare l’eneria del prossimo, o drenarsela a vicenda, con discorsi che ristagnano sull’assurdo postulato, che qualcuno POSSA FARMI QUALCOSA, POSSA NUOCERMI VERAMENTE, senza che io in qualche modo abbia dato l’assenso piazzandomi con la solidità di una statua di marmo, nella viziosa posizione relazionale della vittima.
FARE LA VITTIMA, è il modo più sicuro al mondo, per non imparare a “vibrare di luce propria”. Questo lo affermo senza dubbi.
Non lo dico per risvegliare dal sonno le coscienze dei vari ragni. Un ragno ha un suo stile di vita, che non cambierebbe per niente al mondo. Parlo, invece, per le ignare “farfalle”, che a torto si sentono spesso dare del “vittimista”, nella stragrande maggioranza dei casi da smaliziati ragni professionisti.
Soffrire è una delle chiavi maestri per crescere e giungere a espressione. Non c’è assolutamente niente di controproducente o nocivo, o immorale, nel cercare l’aiuto degli altri, quando l’obiettivo è imparare, evolvere, comprendere un dolore, accettarlo, superarlo o trascenderlo.

Il vero vittimista, invece, usa il dolore come uno scudo per non dover affrontare tutte queste prove: tutto qui. Di solito, ci fa rimettere qualcun altro, per gli alibi, le menzogne e l’aria appestata di vibrazioni melmose che produce. Il dolore per lui è uno scudo (all’interno)…ma anche un’esca (verso l’esterno): l’obiettivo, subconscio o meno che sia, è generalmente diminuire la razione quotidiana del proprio disagio, senza con ciò volerlo minimamente maneggiare o comprendere.
E il modo, è semplicemente “condividerlo”, ma nel senso di distribuire una quantità di spazzatura in continuo aumento, in più contenitori: in più “bidoni della monnezza”. E quei bidoni di spazzatura, finiscono sempre per essere le altre persone. Oltre che fare danni agli altri, in questo modo non può che ottenere un sollievo SOLO momentaneo. E continuare a muoversi in cerchio…
Chi sono i veri vittimisti? Bé, direi quel genere di persone che conoscete, e delle quali potete dirvi certi che, incontrandoli di nuovo tra 20 anni, li troverete intenti a fare i soliti discorsi; a esporre le solite impotenti lamentele. Cambiano i nemici ideologici con gli anni, certo. Ma quasi mai il metodo.

Per fortuna, oltre a vittimisti e carnefici ( ovvero a persone che , a seconda delle situazioni, indossano con disinvoltura gli uni, o gli altri panni ), oltre a prede che quando ti fai troppo vicino si tramutano in predatori…..vi sono anche
i guerrieri spirituali, a questo mondo.
L’unico problema, che però è un grosso problema per loro, è che generalmente sono persone molto ingenue. Per qualche strana legge di questo misterioso universo, le persone più speciali hanno la tendenza a non sentircisi affatto, speciali.
I guerrieri spirituali, oltre a faticare nel riconoscersi tali, non amano essere “preda”; e altrettanto detestano i “predatori”. L’unco mio consiglio di oggi per loro, è di selezionare attentamente le persone a cui decidono di rivolgersi indossando in panni di una bellissima, quanto vulnerabile farfalla….
Un abbraccio controcorrente
David The Hurricane Di Bella