Raid islamista a Tunisi
Gruppo di fuoco attacca i bus dei turisti e un museo. Duecento ostaggi salvati, ventidue morti e tre sono italiani
La nota unica Di Lelio Alfonso 19-3-15 La strage di Tunisi riporta tutti alla consapevolezza che il pericolo fondamentalista è alle porte se non addirittura già pronto a colpire dentro i nostri confini. Le prime vittime italiane dell’Isis sono un tributo di sangue che non può essere affrontato solo con analisi e parole di circostanza. Se anche il Paese nordafricano più tollerante e moderato si ritrova sotto attacco, la comunità internazionale deve realmente guardare alla lotta al terrorismo come una priorità, evitando certo reazioni impulsive, ma unendo informazioni, sforzi e decisioni per proteggere l’Europa da un lato e gli stessi popoli in pericolo sul fronte africano. La politica si è biecamente gettata sulle vicende tunisine perché la speculazione sulla morte degli innocenti è la più efficace arma di consenso. Non è questo il momento né per farci intimidire né tantomeno per dividerci al nostro interno. Serve una risposta del Paese che non sia emozionale, ma ragionata. Oggi in molti comuni, a partire da Torino, la città più colpita, si sfilerà contro il terrorismo: Italia Unica ci sarà con i suoi aderenti, senza slogan o bandiere, ma con il rispettoso omaggio per le vittime e la volontà di mostrare fermezza contro il terrore.